Le periferie aquilane e le città invisibili
L’identità del centro storico si frammenta in tante realtà parallele quando la si guarda dalla periferia. Tante città nella città, come quelle invisibili raccontate da Italo Calvino. Un tessuto urbano che si disperde dentro logiche contrastanti e contraddittorie, in una nebulosa di situazioni che poco rimandano all’idea della “middle town” o della “small town” della provincia italiana, ben integrata e coesa intorno a un centro storico.
Una realtà ben più “liquida”, in un’analisi che prende in prestito le parole di Zygmunt Bauman. Si gioca su queste premesse il nuovo lavoro collettivo degli allievi del corso di Reportage della sede regionale del Centro sperimentale di cinematografia. Un lavoro che si presenta come il risultato di un’azione di monitoraggio del territorio proprio attraverso le periferie. Al pubblico vengono presentate 100 fotografie in grande formato, ma anche servizi scritti, video e audio per tratteggiare il profilo di una periferia ricco di spunti e sfumature al fine di «dare conto delle difficoltà, ma anche di risorse e potenzialità del territorio aquilano dove le aree periferiche sono spesso caratterizzate da identità molto forti», come si legge nelle note di presentazione.
La mostra, dal titolo “Persone, riti e luoghi della periferia aquilana”, verrà inaugurata mercoledì alle 11, nella sede di via Rocco Carabba, 2 all’Aquila. Bisogna pensare a un centro che, per molto tempo dopo il terremoto è restato ai margini, ma anche a frazioni, paesi, quartieri, che hanno una loro storia e giocano un ruolo di primo piano nel dialogo con il centro. La mostra vede il coordinamento dei vertici del Csc: Marcello Foti (direttore), Daniele Segre (direttore didattico), Francesca Ruzza, Alessia Moretti, Rinaldo Aristotile (coordinamento amministrativo-didattico-tecnico). Studenti-autori: Elia Miccichè, Luca Mondellini, Simone Rosito Carmine De Ieso, Martina Galiè, Daniele Oliveri, Jessica Palomba, Greta Rossi, Alessio Salvini, Paolo Sideri, Antonio Turco.
Questo lavoro è stato portato avanti anche con un contributo prezioso offerto da Luca Cardarelli e Domenico Gualtieri, dell’associazione Jemo ’nnanzi, autori di alcuni scatti presenti nella mostra. Consulenza e supporto sono stati offerti anche dal fotografo e regista Emiliano Mancuso, da Lina Calandra e Alessandro Vaccarelli, docenti dell’Ateneo aquilano. Un progetto realizzato in collaborazione con Save the Children, Caritas, Pinewood Festival, Campo estivo Coppito-Casale Murata Gigotti, Viviamolaq e Pro loco di Coppito.