Pagliare di Sassa: scuole al posto dell’ecomostro
2 Ottobre 2017 Condividi

Pagliare di Sassa: scuole al posto dell’ecomostro

“Fanc… la forza di gravità, quando sto con te io volo”. No, non bastava un sms o un messaggio su Whatsapp, magari corredato da un selfie. La dedica all’amata è rimasta impressa nel cemento grigio di uno dei corridoi interni dell’ex Sercom, questa sorta di incompiuta all’interno di quello che sarebbe stato un anfiteatro verde, con tanto di laghetto e sito paleontologico, tutto a ridosso del progetto case di Pagliare di Sassa. Una scritta a grossi caratteri rossi che, nel contesto di questa struttura il cui degrado la avvicina sempre di più alla definizione di “ecomostro”, appare addirittura più efficace di una citazione di Shakespeare (“Siamo fatti della sostanza di cui sono fatti i sogni”) scarabocchiata poco più avanti. E se ti prendi la briga di decorare i muri per qualcuno, poi questo qualcuno lo dovrai pure condurre dentro a leggere. Così, quello che all’inizio degli anni Duemila sarebbe dovuto diventare un importante centro commerciale, si è trasformato in un’area di bivacco per teenager che possono entrare e uscire a piacimento. Tutto intorno si sviluppano le 11 palazzine che ospitano qualcosa come 250 appartamenti per poco più di 500 persone. Un complesso che ha registrato vari sgomberi per gravi problemi di sicurezza, a partire dall’incendio che nel 2013 ha reso inutilizzabile una palazzina e ha registrato degli allarmi strutturali alla piastra 14, tanto da rendere necessari alcuni sgomberi.

IL MIO VIAGGIO: Un affare da oltre un miliardo

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LE IDEE. «Eppure, se si utilizzassero le risorse stanziate per l’edilizia scolastica e per le associazioni, non ci vorrebbe molto per rendere questo complesso un’area di riferimento per il territorio». A parlare è Dario Verzulli, presidente dell’associazione Autismo Abruzzo Onlus che vive proprio in questa zona che si trova a pochi chilometri dall’Aquilone. «Parliamo di 4,8 milioni messi a disposizione per l’edilizia scolastica, cui se ne aggiungono 1,2 che possono essere presi da un fondo a sostegno delle iniziative per la disabilità. Una somma che, messa insieme, sarebbe sufficiente a ristrutturare la palazzina incendiata e, magari, rendere il complesso ex Sercom in condizione di ospitare le scuole del territorio». Il centro commerciale fantasma misura infatti 24mila metri quadri che potrebbero ospitare gli alunni di entrambi i Musp della zona, quello delle elementari e quello che delle scuole medie, che è anche provvisto di palestra. Non ci vorrebbe molto per allestire i locali all’interno e questo darebbe nuova vita a un complesso che è già servito da mezzi pubblici, oltre a una serie di attività di ristorazione. In questi giorni si vedono anche le installazioni dell’Oktoberfest.

IMG-20170925-160905-RESIZED-20170930-053846876-WEBLE ASSOCIAZIONI. Ma il complesso di Sassa rappresenta un’occasione strategica per tante famiglie che hanno bisogno di assistenza specifica, a partire proprio dall’autismo. Non è un caso che lo stesso Verzulli ha indirizzato qui la famiglia del piccolo Marco, affetto da autismo a 10 anni. Papà Claudio e mamma Roberta, residenti ad Amatrice fino al terremoto dello scorso anno, hanno deciso di trasferirsi qui proprio per avere l’assistenza del Centro specializzato Crra e della vicina Casa di Michele, una struttura residenziale allestita all’interno di un appartamento antisismico dedicata a Michele Iavagnilio, volontario arrivato da Isernia per aiutare i bambini autistici, rimasto vittima del sisma del 2009. «Sto lavorando all’Aquila», commenta Roberta, «mentre mio marito fa avanti e indietro con Amatrice. Per noi è importante restare qui e garantire a nostro figlio la serenità necessaria. Eppure, talvolta ci sentiamo ostaggi della burocrazia, con funzionari che ci ricordano continuamente che noi non siamo aquilani». (2/continua)

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro