L’Aquila, il ritorno di Salvini tra selfie, autografi e proteste
12 Aprile 2016 Condividi

L’Aquila, il ritorno di Salvini tra selfie, autografi e proteste

Curva nord e curva sud. Da una parte gli “aficionados” a caccia di selfie. Dall’altra le contestazioni al passaggio sul corso. All’Aquila, così come a Paganica, la presenza di Matteo Salvini non è passata certo inosservata. Una visita cercata e voluta dagli esponenti locali del movimento Daniele Ferella, Luigi D’Eramo, Emanuele Imprudente, oltre al coordinatore aquilano Alfonso Magliocco e a quello regionale, Paolo Arrigoni.

IL DRAMMA. «È indegno di un Paese civile che a sette anni dal terremoto ci sia gente che vive fuori di casa mentre qua qualcuno si preoccupa di chi arriva», ha detto in conferenza stampa, non prima di un botta e risposta con Linus a Radio Deejay. «Ora io mi inc… come una bestia per il fatto che ci siano aquilani ed emiliani fuori di casa e ci sia tutto per chi sbarca a Lampedusa».

IMMIGRAZIONE. «Non vorrei che ci fosse qualche fenomeno», ha aggiunto, «che nei prossimi mesi pensasse di riutilizzare le strutture del dopo terremoto per portarci qualche centinaio di immigrati. So che è un business che fa gola a molti, però ritengo si debba prima ricostruire fino all’ultimo mattone e poi occuparsi del resto del mondo. Ricordo che è sacrosanto ed è un dovere l’accoglienza di coloro che davvero fuggono dalla guerra, però parliamo del 5% di quelli che stiamo mantenendo negli alberghi di mezza Italia. Qui si vuole fare “pulizia etnica” di interi quartieri e paesi, quando invece bisogna fare in modo che la gente resti. Ho incontrato una madre che mi ha detto “vorrei che mio figlio non lasciasse L’Aquila”».

L’AFFONDO AL PD. Critiche all’amministrazione locale, così come al governo centrale. «Il Comune non ce la fa a gestire la ricostruzione. Inutile uscire dall’emergenza se non sei in grado di farlo. Del resto, il Pd è al governo sia in Italia che qui all’Aquila. Non è possibile che la burocrazia blocchi centinaia di progetti».

PROFESSIONISTI. Una situazione normativa che, a detta di Salvini, «impedisce talvolta agli stessi aquilani di poter lavorare nella ricostruzione». Durante la prima tappa a Paganica Salvini ha incontrato alcuni artigiani subappaltatori che quest’anno si trovano in grave difficoltà a causa di alcune norme restrittive. Tra loro anche l’elettricista Paolo Bergamotto, così come gli allevatori Paolo Moro e Augusto De Paulis.

LA CONTESTAZIONE. Un gruppo di persone lo ha contestato di fronte a palazzo Fibbioni esponendo tra l’altro un cartello con la scritta “Salvini, L’Aquila non ti vuole”. A quel punto, dalla folla è partito il grido «Sciacallo». Salvini ha risposto con un bacio.

di Fabio Iuliano – fonte il Centro