Nel labirinto della medina di Marrakech
Viaggiando da Casablanca verso Marrakech, parte finale del percorso sulla rotta dei braccianti che dal Fucino fanno ritorno a casa, superiamo El Borouj e Cala e i monti dell’Atlante appaiono sullo sfondo. L’arrivo è proiettato nella incredibile piazza di Jamaa el Fna , tra artisti di strada, incantatori di serpenti, musicisti, ragazzini che si prendono a cazzotti per racimolare qualche spicciolo. Da qui parte il labirinto della medina, carico di bazar. Tutto così Wysiwyg – già, esattamente what you see is what you get – giovani in strada ci fermano per venderci di tutto, lecito e non lecito. Questa gente, quando non ha niente da vendere diventa essa stessa il prodotto: la prostituzione (maschile e femminile) è molto diffusa con buona pace dell’Islam. Quando la povertà mette in discussione il concetto di morale.
Irriconoscibile e stranamente silenziosa al mattino presto, la piazza Jamaa el Fna si trasforma in tarda mattinata in un caotico viavai di persone, biciclette, moto e calessi, senza tralasciare una miriade di venditori di qualsiasi tipo: carrettini specializzati nelle spremute di arancia, donne che realizzano tatuaggi, maghi con le loro strane pozioni, incantatori di serpenti, venditori di sigarette che attirano l’attenzione facendo tintinnare le monetine, originalissimi venditori di acqua con bicchieri di ottone al seguito.
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I colori del labirinto di Marrakech