Nei peggiori bar dell’Aquila / 10
11 Gennaio 2019 Condividi

Nei peggiori bar dell’Aquila / 10

Il pallone in cuoio impresso nel murale trompe l’oeil di piazza Del Mercato scivola sino a piazza Trieste rimbalzando da un vicolo a un altro attraverso le scalinate in pietra, fino a raggiungere i piedi del suo autore, Callisto Di Nardo. Sessant’anni, da una vita con tele e tempere, si è fatto apprezzare per i suoi ritratti e i suoi paesaggi rurali, ispirati ai borghi dell’altopiano di Navelli e del Gran Sasso. Stasera però niente pennelli. Alla fine delle dita solo una chitarra come De André in Amico fragile. Un giro di blues in Si per cominciare, in un mini-set acustico allestito davanti al bancone del pub.

Un locale relativamente piccolo la cui storia attraversa varie generazioni. Era l’inizio degli anni Sessanta quando nonno Silvio Gallucci decise di tornare al suo paese d’origine mettendo a frutto oltre dieci anni di esperienza in Venezuela come macellaio. Nacque così la macelleria negli stessi locali che oggi ospitano il pub, proprio nel cuore della storica piazza Trieste. A due passi c’era il bar. La macelleria chiuse negli anni Settanta, mentre il bar restò sino al 1984 sotto diretto controllo della famiglia Gallucci e fu dato in gestione restando comunque aperto sino al 2009.

In Piazza - Barisciano

Il resto è materia recente: la scorsa estate Jacopo (24 anni) ed Elisa (28) nipoti di Silvio hanno riaperto la saracinesca della macelleria, trasformandola nel pub “In piazza” in omaggio proprio a uno degli angoli di riferimento di Barisciano, paese per anni guidato dal fratello di Silvio, Alessandro Gallucci, il più anziano in Italia con circa 40 anni consecutivi da sindaco (prima si poteva). Gli arredi in legno, le decorazioni in pietra e porcellana. Lo schermo con collegamento Dazn per le partite del week-end e la musica dal vivo appunto.

Dal Si, il blues passa al Mi e l’arpeggio accompagna la voce di Francesca Catenacci. Parte da qui un piccolo viaggio tra le voci regine del soul, dalla black diva Nina Simone, sino ad Amy Winehouse. Il miniset acustico (chitarra Fender o Imanet – simil telecaster di fabbricazione artigianale – percussioni e voce) è allestito di fronte al bancone.

Alle spalle dei musicisti c’è una selezione di vini di produzione locale. La scelta e i rapporti coi fornitori è a cura di Maurizio Gallucci, padre dei ragazzi che ha alle spalle un passato con la Coldiretti.

Finita quell’esperienza ha investito tempo e risorse nell’attività di famiglia, coadiuvato dalla moglie Roberta Ianni.  Proprio gli anni all’associazione di categoria gli hanno permesso di intessere una serie di rapporti con i produttori locali, anche attraverso una serie di eventi enogastronomici in occasione di manifestazioni come i Giochi del Mediterraneo 2009.

In acustico, tra sapori tipici e atmosfere familiari

Così, tra gli scaffali spuntano vini Tocco di Alanno, Guardiani Farchione di Tocco da Casauria, Lampato di Pianella e Chiusa Grande di Nocciano, tutte aziende della provincia di Pescara. In una stanza interna vengono preparati dei taglieri.

Ieri e oggi

Sul piatto salumi Di Mascio di Loreto Aprutino (Pescara) e formaggi Mascionara di Campotosto (L’Aquila). L’olio d’oliva arriva, invece, dal frantonio Ottaviani di Capestrano (L’Aquila). Del resto, come suggerisce una scritta sul vetro di ingresso del locale: “La vita è troppo breve per bere vini mediocri…” e per mangiare male.

di Fabio Iuliano – fonte: Virtuquotidiane.it