L’Aquila e le sue notti d’estate dal sapore andaluso
Le barche dimenticate di Neruda, il villaggio gitano di Lorca, le passeggiate di notte di Salinas e malinconia del tango affogata in un bicchiere di Rioja Tempranillo. Musica, poesia e flamenco nella serata di apertura dell’Andalucia, il ristorante dalla forte impronta “spangoleggiante” che sabato 9 settembre è tornato a pieno ritmo.
Atmosfere del sud rievocate da un set acustico a cura degli Yawp, sullo sfondo del libro New York Andalusia del cemento – il viaggio di Federico Garcia Lorca dalla terra del Flamenco alle strade del jazz di Fabio Iuliano, componente dello stesso gruppo insieme a Piero Pozzi (batteria), Stefano Millimaggi (chitarra), Nino Maurizi (basso).
LA POESIA DEL FLAMENCO. Una formazione che abbraccia anche delle contaminazioni sul flamenco con Irene De Amicis e Ilaria De Angelis. Proprio quest’ultima è stata tra le protagoniste della serata di apertura, con un baile giocato a ritmo di Alegría e Sevillanas e, soprattutto, sulle atmosfere mozzafiato di un Tango de Málaga. Un concerto-reading a base di folk-rock acustico americano, senza dimenticare dei piccoli omaggi alla musica e alla poesia spagnola, con alcune liriche di Lorca trasformate in ballate elettroacustiche, da Lucía Martínez a Romance de la Guardia civil Española, fino a Romance de la luna, luna in chiusura di serata, con tanto di invito ad alzare gli occhi al cielo, tornando a casa.
Sullo sfondo, la storia di Lorca in uno storytelling che passa attraverso la malinconia di un amore oscuro, con le ballate dei Pearl Jam – in particolare Betterman, Nothingman, Immortality e Present tense – a fare da contraltare. Spazio anche a brani più abbordabili, come Depende e La Flaca, oppure Still haven’t found what I’m looking for, in una set list che non ha trascurato canzoni senza tempo tra cui Bésame mucho, Redemption song e Guantanamera.
Spazio, infine, a brani “di produzione propria” come Last tango e Can’t feel it. con l’apertura di concerto affidata a un ukulele fatto vibrare tra un tavolo e l’altro.
A TAVOLA. Oltre a inaugurare la stagione, Marco Di Gregorio e Mery Ventura hanno presentato al pubblico un nuovo menù, dando più spazio ai piatti di pesce e alle contaminazioni con il territorio pur nel rispetto della tradizione spagnola.
Prima fra tutte l’introduzione dello zafferano di Navelli nel mix di spezie segrete che contribuiscono a rendere unica la Paella nelle versioni di pesce, di carne o di verdure.
Ampia selezione di tapas, dalle specialità di mare (pulpo a la Gallega, pinchos de camarones, ensalada de mariscos, bacalao e molto altro) ai vari tipi di tortillas fino al chorizo e agli altri insaccati.
LA STAGIONE. Una serata, dunque, in linea con la tradizione identitaria della penisola iberica che caratterizza il calendario stagionale. Flamenco innanzitutto, ma anche danza del ventre e danze orientali in genere, poiché non dimentichiamolo, il sud della Spagna è stato per secoli un territorio segnato profondamente dalla dominazione araba.
Lo ricorda anche lo stile del locale impreziosito da richiami architettonici che fanno subito pensare all’Alhambra di Granada. E poi il mercoledì si balla. (red.)