Ma chi erano veramente i Re Magi?
Quella dei Magi è una delle storie più affascinanti tra le vicende che accompagnano la nascita di Gesù. La stella guida, il lungo cammino, i doni lasciati. Una storia che il professor Franco Cardini ha raccontato in articoli e pubblicazioni, tra tutte “I Re Magi. Leggenda cristiana e mito pagano tra Oriente e Occidente” edito da Marsilio. Un racconto che è al centro dell’incontro in programma questa mattina (ore 11) nell’aula magna Clementi del Dipartimento di Scienze umane di Università dell’Aquila.
Ordinario di Storia medievale all’università di Firenze e professore emerito dell’Istituto italiano di Scienze umane alla Normale di Pisa, storico e saggista dalla bibliografia sterminata, blogger e spesso invitato in tv come esperto, Cardini fornirà una prospettiva interessante, muovendosi attraverso la genesi e la diffusione delle varie versioni che hanno fatto dei “tre santi re”, di volta in volta, il simbolo delle razze primigenie scaturite dai tre figli di Noè; dei tre continenti del mondo antico: Asia, Africa ed Europa; dei tre momenti dell’esistenza: giovinezza, maturità e vecchiaia; delle tre scansioni temporali: passato, presente e futuro. L’appuntamento, a ingresso libero, fa parte delle iniziative culturali che precedono il Festival delle Città del Medioevo promosso da UnivAq e dall’amministrazione comunale. Molti interrogativi avvolgono i Magi, i misteriosi pagani che l’evangelista Matteo convoca dall’Oriente al cospetto del Figlio di David. Al pari di tutti gli autentici misteri, il suo significato è inesauribile e ogni nuova acquisizione chiude un problema e ne apre molti altri. Si rafforza il ruolo dei Magi come figura “ponte”” tra Oriente e Occidente, cerniera tra vari culti. Non a caso acquistano nuovo rilievo: sul piano religioso e devozionale. Papa Benedetto XVI aveva avanzato la proposta dei Magi come co-patroni d’Europa.
Cardini, da cosa parte il suo racconto?
A parlare dei Magi è l’evangelista Matteo, che però tutte queste notizie mica ce le dà. Egli si limita ad affermare, nel suo testo greco (quello aramaico non ci è pervenuto), che di trattava di “màgoi” (sacerdoti persiani? O semplicemente indovini, ciarlatani?) venuti “ef’anatolè” (da oriente) e che portarono i tre tipi di doni che sappiamo. Ma non che fossero re, né quanti fossero, né come si chiamassero, né che età avessero. Tutte queste notizie ci pervengono dai Vangeli apocrifi, di dubbia tradizione.
Come si inquadra il fenomeno dei Magi dal punto di vista punto di vista antropologico e storico-filosofico?
Da una parte, le ricerche specialistiche condotte fino a questo momento rintracciano le origini di queste figure nel mondo indoiranico fra il I secolo a.C. e il I d.C., dall’altra ne hanno ribadito il nesso con gli astrologi-sacerdoti originari della Media e con gli insegnamenti di Zarathustra. Sacerdoti mazdaici, dunque, parte di una cultura che ha dei riconoscimenti anche nell’Iran dei nostri giorni. Questo si dovrebbe rilevare al posto di molte castronerie che si leggono sull’Iran.
Doveroso però raccontare gli episodi di violenza attuali.
Certamente, ma spesso l’informazione ha delle dinamiche strane, ad esempio: tutti, giustamente, si indignano per l’Iran, fingendo di ignorare il caos del Perù.
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro