Fucino, le ripercussioni della guerra in Ucraina
Rincari dei carburanti, come delle materie prime, situazione di incertezza dettata da condizioni internazionali come la pandemia e ora gli scenari bellici in Ucraina, ma anche difficoltà di programmare a medio e lungo termine. Le aziende agricole che operano nel Fucino vivono una situazione di estrema incertezza, con la prospettiva di assistere a una riduzione importante di utili.
A lanciare l’allarme è il presidente di Confagricoltura L’Aquila, Fabrizio Lobene. “La ricaduta di questa guerra in atto – valuta Lobene – interesserà i costi di produzione. Conseguenze legate ai carburanti alle stelle per i mezzi agricoli, ma anche a tutti quegli strumenti che vengono utilizzati per packaging e logistica, che inevitabilmente risentono sia delle oscillazioni dei costi del carburante sia delle tariffe elevatissime dell’energia”.
“Si pensi – aggiunge – al solo aumento del carburante. Un’azienda agricola ha i suoi mezzi meccanici in azione per ore”. Una situazione che di fatto era già difficile con i rincari delle materie prime. “Gli investimenti cinesi su questo settore, si pensi all’interesse nella produzione di semi, hanno avuto ripercussioni importanti sui mercati” sottolinea Lobene.
Non ci sarebbero, tuttavia, ripercussioni rispetto all’aumento del prezzo del grano collegato alla crisi Ucraina: “La nostra agricoltura è prevalentemente intensiva e non immaginiamo riverberi in tal senso” assicura Lobene. Neanche il rischio di siccità sembra preoccupare questo territorio, almeno non nell’immediato: “Non stiamo soffrendo in modo particolare per la siccità – aggiunge – poiché in questo periodo lavoriamo soprattutto per le pratiche agricole primaverili. Nelle prossime settimane, tuttavia, quando arriveranno gli ortaggi a foglia, torneremo ad affrontare criticità”. “L’auspicio – conclude il presidente – è poter attivare al più presto l’impianto irriguo”.
Photo by Jan Kopřiva on Unsplash