L’Aquila, Fiera dell’epifania: fiume di gente
Quei buontemponi di “L’A”, la pagina ironica di promozione territoriale – nata se non altro per evidenziare la presenza, non scontata, dell’articolo e dell’apostrofo nel nome della città dell’Aquila – avevano anche elaborato e fatto girare un promemoria delle cose da fare assolutamente durante la Fiera dell’Epifania. Azioni tipiche come comprare un taglia-pulisci-sbuccia-pela-affettatutto, lamentarsi del freddo, imprecare contro i passeggini, bloccare la fila per parlare con chiunque, munirsi di un nuovo paio di guanti, cappello e sciarpa.
Lamentarsi, inoltre, dei parcheggi, ma non prendere la navetta neanche per sbaglio, rifornirsi di piatti di ceramica e scopettoni angolari, ma anche di “brigidini” e calze della Befana. Ma, soprattutto, cercare la piadina più buona. Una bella sfida che ha coinvolto vari stand dislocati lungo il percorso, ben 14 sui 325 complessivi. Buona la rappresentanza delle piadinerie romagnole, tra Forlì, Rimini e Riccione con tanto di partecipazione del decano Domenico Celli, 78 anni, uno dei primi a far girare la piadina fuori dalla Romagna, partecipando a fiere in tutta Europa. «Sono all’opera dal 1963», assicura, «e ho partecipato a tantissime manifestazioni».
Si sono difesi bene anche gli umbri, con aziende di Assisi e Spoleto. Fuori concorso gli “outsider”” da Ariccia e Trasacco, più concentrati sulla porchetta, al pari delle norcinerie nostrane. Centro strapieno, comunque, per una tradizione che va avanti sin dalla fine degli anni Quaranta. Migliaia di persone. Gli aquilani non l’hanno mollata neanche nel 2010, a neppure 8 mesi dal terremoto: la Fiera dell’Epifania allora fu con un percorso ridotto, ma che consentì a molte persone – all’epoca tantissimi ancora gli sfollati – di ritrovarsi e guardare il centro dopo la scossa. Ieri, la 72ª edizione è stata gettonatissima, complice la bella giornata di sole che ha fatto un po’ dimenticare il freddo aquilano. Clima ben più sopportabile con un po’ di vin brulé.
Dalle prime edizioni qualcosa è cambiato ovviamente: se allora da mezza regione si veniva per comprare prodotti locali e artigianali, ora sul Corso vedi comparire una bancarella per vegani, una a supporto dell’Aquila calcio e una in omaggio alle zeppole, come da ricetta locale. Tra gli altri, lo stand delle Special Olympics e quello dei calendari d’epoca del gruppo “Jemo ’nnanzi”. Si sono visti ancora utensili e indumenti che raccolgono l’eredità di quello che fu l’artigianato abruzzese. Il resto, come da lista promemoria citata all’inizio. «Siamo felicissimi di aver fatto vivere al nostro Matthias la sua prima fiera», ha commentato Manuel Roncone, per tutti “Briga”, in giro insieme alla compagna Valentina Celaia. Il piccolo Matthias, nato il 17 novembre, è per forza di cose tra i più piccoli visitatori.
Si parla di numeri importanti, tra 15 e 20mila persone complessivamente, secondo alcune stime, nell’arco della giornata. Da registrare il tutto esaurito al parcheggio del terminal di Collemaggio. Qualche piccolo episodio di calca è stato registrato e una donna è stata assistita dalla Croce Rossa, intervenuta anche a soccorso di un uomo scivolato in via Sassa, che si è fratturato la caviglia. Tanti i portafogli spariti e le denunce di furto a polizia e carabinieri. Oggi il bilancio sarà più chiaro. «Qualcosa dovremo rivedere nel percorso, ma in generale abbiamo avuto un riscontro positivo per la fruibilità della manifestazione», ha detto Alberto Capretti di Fiva Confcommercio, ente organizzatore. «Una giornata ben riuscita, anche grazie al coordinamento tra forze dell’ordine».