Dopo le 20 vietato stare male, non c’è ambulanza
25 Settembre 2025 Condividi

Dopo le 20 vietato stare male, non c’è ambulanza

Dopo le otto di sera a Rocca di Mezzo, comune di montagna di oltre 1.300 abitanti in provincia dell’Aquila, in caso di un malore restano da allertare solo il ‘112’ e la guardia medica: se un residente si sente male deve attendere che l’ambulanza parta dall’ospedale dell’Aquila, per un tempo di arrivo stimato in un’ora e mezza. Uno scenario che i cittadini dell’Altopiano delle Rocche hanno voluto cristallizzare in una raccolta firme per chiedere il ripristino del servizio ambulanza h24 a beneficio di un territorio che in alta stagione conta fino a 55mila presenze.

“Fino allo scorso anno – ricordano i cittadini in una lettera inviata anche all’ANSA – un’ambulanza sotto il municipio soccorreva chi ne aveva bisogno e lo portava all’ospedale anche di notte, grazie ai volontari. Ora il vecchio mezzo, ancora funzionante, non c’è più”.

La nuova gara d’appalto, affidata all’Asl, ha previsto il servizio soltanto dalle 8 alle 20, lasciando scoperta la fascia notturna. “Un Comune così ricco – si legge nella lettera – non è intervenuto per garantire un’ambulanza h24. Ci dicono che non sono i soldi, ma è in costruzione un nuovo municipio, è stato comprato il vecchio cinema chiuso da vent’anni per farne un centro culturale ed è stata progettata una nuova scuola elementare per i bambini che non ci sono”. I residenti citano anche il palazzo storico in piazza, già sede di municipio e scuola, che “sarebbe bastato recuperare evitando nuove costruzioni”.

Intanto, osservano, “non mancano fondi per feste, fuochi e raduni alpini” quando “con le entrate di Tari e Imu si potrebbe finanziare almeno un’ambulanza condivisa tra i tre Comuni dell’Altopiano”.

Alle sollecitazioni risponde il sindaco Emilio Nusca. “Siamo pronti a fare la nostra parte, siamo stati noi stessi a richiedere il ripristino del servizio ambulanza 24 ore su 24. Esiste una delibera regionale che assegna a Rocca di Mezzo la copertura h24 – aggiunge – ma gli impegni sono rimasti disattesi per mancanza di fondi regionali. Per questo motivo il Comune si è detto disponibile a contribuire”.

Il sindaco rivendica anche una visione più ampia. “Stiamo lavorando con gli altri Comuni a una Casa di Comunità e a un progetto 5G che prevede la telemedicina, che qui serve come il pane”. Nusca annuncia infine un incontro con il nuovo direttore generale dell’Asl 1, Paolo Costanzi, “per riportare la questione sul tavolo e individuare una soluzione condivisa, in attesa che la Asl quantifichi la spesa per il ripristino del servizio”.

di Fabio Iuliano – fonte: Ansa