In 25mila alla 75/a Fiera dell’Epifania
“Ma la sci vista che fila? Me ve’ da piagne… è tutta ‘na baraonda.” Quando e perché la piadina romagnola sia diventata uno dei simboli identitari della Fiera dell’Epifania dell’Aquila rimane un mistero. Senz’altro, anno dopo anno, i chioschi mobili, solitamente posteggiati a ridosso delle sponde del Rubicone, hanno cominciato ad approdare in massa nel capoluogo, contribuendo a consolidare questa tradizione, ormai tanto radicata quanto quella delle classiche calze della Befana. Tutto bello, fino a quando non ci si trova ad aver voglia di piadina – disponibile anche nella versione “saccoccia” – farcita con salsiccia, cipolla o peperoni dopo le 13. Tentare di soddisfare questa voglia all’interno del circuito della Fiera dell’Epifania, però, è tutta un’altra storia. In quel caso, i tempi di attesa rischiano di trasformarsi in maratone e, se si è in gruppo, si rischia persino di perdersi tra quelli che qualcuno ha già ribattezzato “veri e propri ingorghi enogastronomici”.
LA 75ESIMA EDIZIONE. Una selezione di 253 stand, di cui 238 dislocati tra viale Gran Sasso, piazza Battaglione Alpini, Via Malta, via Castello, via Tagliacozzo, via Signorini Corsi, via Panfilo Tedeschi e piazza San Bernardino. I restanti, sono stati riservati agli ambulanti del mercato di piazza d’Armi che, su richiesta di Fiva Confcommercio, Cna e Campagna Amica sono tornati ad occupare piazza Duomo. Un colpo d’occhio particolare, ritrovare nello spazio che, fino al terremoto del 2009, ha ospitato il mercato giornaliero, la rosticceria Gianni dei fratelli Corsi oppure quella dei fratelli Nardecchia, alla pari dello storica orologeria mobile di Antonio Marchitelli. E l’elenco potrebbe proseguire a lungo. Ma a dominare questa 75esima edizione è stato l’artigianato proveniente da diverse regioni d’Italia, tra Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Lazio, tra abbigliamento, alimenti e utensili da cucina.
I NUMERI. “Una giornata importante che ha fatto registrare complessivamente circa 25mila presenze, se si conta da mattina a sera”, assicura il vicesindaco Raffaele Daniele. “Riprendere una tradizione come questa dopo gli anni di restrizioni legate al Covid non è stato semplice, ma finalmente siamo tornati a realizzare dei numeri importanti, con punte di 10mila persone in centro contemporaneamente. È stata una grande sfida e quest’anno abbiamo riportato lo storico mercato in piazza Duomo per la prima volta”. Una prova che può essere a tutti gli effetti considerata come un test per capire se gli aquilani desiderano che venga riproposto qui in futuro, ovviamente con le dovute accortezze legate alla necessità di preservare la nuova pavimentazione. I numeri delle bancarelle sono stati relativamente contenuti per una serie di scelte di sicurezza. “Ci sono state edizioni”, sottolinea Daniele, “in cui sono stati autorizzati fino a 750 stand. Qui ne abbiamo accolti meno della metà per garantire ordine e vie di fuga”. L’area della fiera è stata presidiata da una cinquantina di steward, con 5 ambulanze. Un centinaio gli uomini delle forze dell’ordine impegnati. “Sono numeri importanti per una presenza efficace ma non invasiva”, conclude il vicesindaco. Al Comitato provinciale Ordine e sicurezza, convocato dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo, hanno anche partecipato gli assessori Laura Cucchiarella e Paola Giuliani e i rappresentanti dei Vigili del Fuoco, 118, della Cna e della Fiva Confcommercio. “Il prefetto ha fatto un ottimo lavoro”, valuta Alberto Capretti, “permettendo a tutte le forze in campo di lavorare in sinergia”.
LA POLEMICA. Non sono mancate però le polemiche relativamente alla disposizione di alcuni ambulanti che storicamente partecipano alla Fiera. È il caso della Piadina Romagnola di Anna Celli, tra le attività più apprezzate di sempre. “Sin dagli anni dopo il terremoto abbiamo occupato la postazione davanti alla Fontana Luminosa”, sottolinea Sandra Bombardi, figlia della titolare. “Da due edizioni, tuttavia, siamo stati dislocati senza valida motivazione, quest’anno ci hanno relegati a metà viale Gran Sasso. Siamo pronti a chiedere ai nostri legali di visionare le graduatorie”.
di Fabio Iuliano – articolo apparso su Centro e Ansa