Jazz terre del sisma, la 10/a edizione arriva all’Aquila
“L’unica cosa che nessuno può rubarti è il suono. E il suono è l’unica cosa che conta”. Le parole del sassofonista americano Coleman Hawkins intercettano quella vocazione da solisti che solo il jazz, talvolta, sembra restituire. “Abitare il suono” – il tema della decima edizione del Jazz italiano per le terre del sisma – tra le dita di Rita Marcotulli si propone più come un viaggio immaginario, che prende ispirazione dalla vita di tutti i giorni, dalla natura dalle esperienze. Composizioni originali ma anche passaggi improvvisati suggeriti dalle emozioni del momento. La sua performance per piano solo ha aperto la due giorni di maratona all’Aquila, tra concerti, esposizioni, conferenze e jam session. Il tutto in quindici postazioni allestite nel centro storico del capoluogo.
L’EDIZIONE. Dopo il via ufficiale al Conservatorio “Alfredo Casella”, dal pomeriggio sono partite le esibizioni nelle altre location: vie del centro storico, piazza Santa Margherita, piazza Chiarino, Cortile, Libreria Colacchi, museo Maxxi, Auditorium della Fondazione Carispaq, Palazzo Micheletti, così come al Bastione Est del Castello cinquecentesco, in un allestimento realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale d’Abruzzo. Qui, davanti al Mammut si sono esibiti Giulia Barba e Marta Raviglia (clarinetto basso e voce), Dan Kinzelman (sax tenore) e Filippo Vignato in “All about dreaming”. Questa mattina, dalle 11, si replica con Andrea Grossi e Silvia Bolognesi, entrambi in contrabbasso solo, a intercettare anche quel sentimento che Billie Holiday aveva messo in “They Can’t Take That Away from Me”.
PALCO PRINCIPALE. Anche quest’anno, come fu per la prima edizione con Paolo Fresu, il set principale ha avuto luogo in fondo alla Scalinata di San Bernardino, dove ieri sera con una produzione speciale: “Dieci anni!!! Il Jazz italiano per le terre del sisma”. Una serata diretta e composta da Andrea Ravizza in collaborazione con I Solisti Aquilani, il Conservatorio Casella, Moncalieri jazz, con tre ospiti d’eccezione come Francesco Cafiso, Eleonora Strino e Nico Gori; Fawda; “Salvation 2332 – l’Ultimo Canto” – a cura di Albert Hera e Michele Degan con la Corale L’Aquila.
LE COLLABORAZIONI. “Quella del Festival”, ha commentato il coordinatore generale, è una realtà che da qualche tempo interagisce con il territorio. Non è stato facile portare a casa un programma di questo tipo, che ha visto delle interazioni importanti con tante realtà che fanno parte del nostro tessuto cittadino”.
LABORATORI. La giornata è partita con le mostre a palazzo Margherita: “Saxofobia” e un’esposizione dedicata alle dieci edizioni fotografate a cura di (Afij – Associazione Fotografi Italiani Jazz). In scena anche i laboratori di musica e fotografia per i più piccoli.
PIAZZALE PAOLI. A proposito di laboratori, questa mattina l’appuntamento più importante (ore 12) è al Parco della Memoria (il progetto, inaugurato nel settembre del 2021 a Piazzale Paoli, simboleggia e testimonia il ricordo per le vittime del sisma del 2009 e le radici della vita) con: “Collective Memories: suoni del futuro”, concerto finale del laboratorio di improvvisazione e conduction a cura di Silvia Bolognesi con la partecipazione degli studenti dagli 11 ai 18 anni delle scuole dell’Aquila; prevista anche l’esibizione dell’Orchestra Jazz Che Vorrei – L’Aquila diretta dal maestro Pasquale Innarella e composta da ragazzi dagli 8 ai 18 anni.