Ruggeri: con la Nazionale per restituire un po’ di fortuna
1 Luglio 2024 Condividi

Ruggeri: con la Nazionale per restituire un po’ di fortuna

Un pubblico come quello del capoluogo, specie negli ultimi anni, è abituato a partite e iniziative di solidarietà capaci di coinvolgere un parterre di ospiti di rilievo. Eppure, la magia di una Partita del cuore vera e propria ha il sapore inedito di un’atmosfera magica. Quell’atmosfera che si respirerà martedì 16 luglio (ore 20.40) allo stadio Gran Sasso d’Italia dove scenderanno in campo la Nazionale Cantanti e la Nazionale della Politica, per sostenere il reparto di Pediatria dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila e l’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Quest’ultimo con un’iniziativa specifica a sostegno del “Progetto accoglienza” a copertura delle spese che la Fondazione Bambino Gesù sostiene per garantire alloggio e sostegno alle famiglie in stato di bisogno – provenienti da tutte le regioni italiane e da molti Paesi esteri – per le lungodegenze dei piccoli pazienti.

La prevendita dei biglietti è iniziata con successo e i biglietti sono disponibili sul circuito www.vivaticket.com. Giunta alla sua 33esima edizione, La Partita del Cuore è prodotta dall’Associazione Nazionale Cantanti e da Settimio Colangelo. Tra i cantanti, nella formazione capitanata da Enrico Ruggeri, ci saranno anche Leo Gassmann e Paolo Vallesi, Pierpaolo Petrelli, Il Tre oltre ai Bnkr44, già protagonisti di una recente Notte Bianca all’Aquila. Nomi interessanti annunciati anche dall’altro lato del campo: tra questi, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, il ministro Francesco Lollobrigida e il sottosegretario Luigi D’Eramo.

“La Partita del Cuore per noi non è soltanto una tradizione, è soprattutto la testimonianza del nostro impegno”, spiega Ruggeri che è anche presidente della Nazionale Cantanti, “della nostra coesione, del nostro rapporto con la gente, che da quarant’anni è al nostro fianco”.

Ruggeri, quarant’anni sono una cifra importante. Negli anni, è stato innegabile il legame di tanti big della musica italiana con la nazionale. Leggenda metropolitana vuole che quando la Nazionale chiama anche gli impegni musicali passano in secondo piano.
Va detto che per noi queste occasioni sono importanti anche perché ci permettono di “rimettere in circolo” la fortuna che abbiamo avuto nella vita. C’è ancora bisogno di passione, solidarietà, empatia. Noi siamo ancora qui, orgogliosi di essere parte di una tradizione longeva dalla storia consolidata.

Che effetto fa avere dall’altra parte una selezione di politici?
Beh, negli anni ne sono successe di situazioni particolari. Ricordo la foto storica di Gianfranco Fini che, dopo un gol di Massimo D’Alema gli corre incontro per fare festa. Dico, ce la vedreste Marine Le Pen a esultare insieme a Macron? Il bello della Partita del Cuore è anche questo.

Calcio e politica, l’uno specchio dell’altra. metafora reciproca. Pensando, ad esempio, alla recente batosta agli Europei c’è chi parla di una nazionale di Spalletti che è l’espressione delle contraddizioni di un Paese. Cosa ne pensa?
Temo che sia vero, anche se c’è da tenere conto delle contraddizioni del mondo del calcio, anche per le dinamiche delle squadre di club che aprono a tanti stranieri chiudendo spazi e opportunità di crescita ai giocatori italiani. Giusto far giocare i vari Platini, Zidane. Però, troppo spesso si acquistano da fuori giocatori di media caratura a discapito dei nostri giovani. D’altra parte, le pause del campionato per le competizioni internazionali sono vissute spesso con un certo fastidio, quando la Nazionale avrebbe bisogno di molte occasioni durante l’anno per rendersi competitiva.

Torna a suonare all’Aquila dopo un concerto nel 2020, in un’estate dove suonare dal vivo era difficilissimo a causa delle restrizioni legate al Covid.
L’ho fatto grazie al coraggio del sindaco Pierluigi Biondi: in un momento in cui tutto si fermava ebbe il coraggio di andare avanti con l’organizzazione di questo concerto. Si comportò da fuoriclasse. Sono contento di tornare all’Aquila, città simbolo di rinascita.

Forse non ha più senso parlarne, ma è importante rendere giustizia alla sua determinazione a voler suonare dal vivo, pur nel rispetto delle norme di sicurezza, ma senza concedere nulla alle apprensioni collettive di quel momento. un atteggiamento che tra i suoi colleghi non fu molto di moda. I più rimasero in silenzio anche quando molti spazi vennero preclusi.
La parola che mi viene è “panico”, paura di perdere consensi prendendo posizioni talvolta scomode. Ci vuole coraggio e, come diceva Manzoni per bocca di don Abbondio, “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.

Che estate sta vivendo? Un’estate fatta di concerti, di presentazioni del mio ultimo libro 40 Vite (senza fermarmi mai), un estate di occasioni di incontro.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro