La notte in una città di provincia, le tre prospettive
Basterebbe l’espressione di disappunto di Ivano Monzani durante l’esibizione del rapper Parky, al concerto LoveMi organizzato da Fedez, per definire uno scontro generazionale. Nel giro di pochi clic, le smorfie dell’addetto alla sicurezza che esprimevano il disappunto sulle rime e le parole colorite del rapper sul palco, lo hanno reso uno degli idoli dell’estate. Ma quelle espressioni del 51enne restituiscono, seppure in chiave goliardica, uno degli scontri generazionali sui diversi modi di intendere la vita serale e il divertimento.
Le visuali sono diverse e tutte si interfacciano tra loro, offrendo le proprie ragioni. Il punto di vista di un giovane qualsiasi della generazione cosiddetta dei “millennials”, che racchiude i nati tra il 1981 e il 1996, ossia coloro che hanno compiuto il loro primo e ultimo anno da teenager (età 13-19) durante il corso degli anni 2000. Il che vuol dire, un ricordo più o meno definito del terremoto, del prima e del dopo, tra zone rosse, difficoltà, contraddizioni e promesse non sempre mantenute.
Poi, nel momento, in cui il centro storico sta finalmente ritrovando una luce diversa, vivida, ecco che arrivano nuove regole, restrizioni, coprifuoco, oltre il disappunto da parte di tante persone che hanno trovato nei giovani un facile capro espiatorio anche per la diffusione del virus. Quello che conta per questa generazione è la possibilità di rivivere il centro tra aperitivi, drink serali, occasioni di incontro.
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro