Sui palloncini i nomi dei compagni
L’inchiostro nero traccia in corsivo, su ciascun palloncino bianco, il nome di un compagnetto o di una compagnetta del piccolo Tommaso. Voleranno insieme a quelli azzurri, all’uscita della chiesa, per l’ultimo saluto al bambino. Poco più avanti, a ridosso del prato, uno striscione bianco decorato con le impronte delle manine dei bambini dell’asilo nido “Primo Maggio”, fino a mercoledì ospiti dello stesso edificio ora chiuso per i rilievi collegati all’inchiesta.
Alcuni di loro hanno raggiunto la chiesa con mamma e papà. I loro sguardi disorientati trovano conforto negli occhi delle maestre dell’istituto comprensivo “Mazzini” a cui la scuola fa capo. In chiesa, defilata, la dirigente Monia Lai, il cui volto è apparso visibilmente segnato. Anche l’ex dirigente Marcello Masci che, fino a qualche anno fa, aveva la responsabilità della scuola, non è voluto mancare.
Alcuni ragazzi, in maglietta blu, accompagnano a destra dell’altare un cartello con i simboli dell’istituto comprensivo. Qualcuno si ferma a scrivere un pensiero di saluto al libro dei messaggi lasciato aperto sul fondo della basilica. «Quanto è difficile», si legge in una delle prime pagine, «accettare l’idea che Dio abbia voluto prendersi il piccolo Tommaso. Forse perché lui aveva bisogno di un angelo e il mondo di un esempio». Accanto a bambini e ragazzini gli sguardi persi delle maestre e delle professoresse delle varie scuole. Negli ultimi giorni sono state bersagliate da domande, indiscrezioni e curiosità. Non solo.
All’indomani della tragedia hanno dovuto liberare di tutta fretta l’edificio da effetti personali, giochi, materiale ludico e didattico. Tutto questo, tra telecamere e microfoni giunti da tutta Italia.
Delicatissimo, peraltro, il loro lavoro mercoledì pomeriggio, volto ad attutire l’impatto della tragedia nei ricordi dei più piccoli che riceveranno comunque un supporto mirato grazie a un’azione concordata tra l’amministrazione comunale e l’Ordine degli psicologi. In chiesa anche studenti delle superiori e gli universitari, anche fuori sede, colpiti da questo episodio che sarà ricordato per sempre.
«In quella che sta diventando la mia città», spiega Alex Ferri, studente d’Ingegneria, «sento ancora i brividi dei momenti successivi all’incidente. Non vorrei mai trovarmi nei panni di nessuno dei piccoli protagonisti di questa brutta storia. Mi sorprende, comunque, aver visto questa città fermarsi, per il possibile, nel rispetto del dolore di questi genitori». A fine messa i palloncini si alzano in volo sulla Maserati bianca che ha accompagnato il piccolo Tommaso. Tra i nomi anche quelli dei ragazzi feriti nell’incidente, come segno di speranza.
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro