Quaranta profughi dall’Ucraina in una struttura ricettiva di Stiffe
«Negli occhi delle persone in fuga dall’Ucraina rivedo lo stesso smarrimento che abbiamo provato noi tredici anni fa».
Massimo Casacchia, professore emerito di Psichiatria all’Ateneo aquilano, trova un senso alle emozioni vissute in questi giorni, in cui, al ricordo del terremoto del 2009, si sovrappongono le immagini tragiche che giungono da Bucha, Kharkiv, Mariupol: un sentimento misto che penetra nella pelle di una comunità pronta a restituire un po’ di quella solidarietà che, in questi anni, è arrivata da tante parti del mondo. La condizione dei ricordi favorisce un atteggiamento solidale «che si è materializzato in aiuti concreti nei riguardi delle popolazioni che hanno trovato ospitalità in Italia e nella nostra città», prosegue il professor Casacchia, «e nell’invio di alimenti e strumenti sanitari richiesti con urgenza da ospedali ucraini».
L’ACCOGLIENZA. Ogni settimana aumentano i nuclei familiari ospiti dell’Aquilano. Tra i primi ad arrivare, i ciclisti della nazionale ucraina – 24 tra atleti e staff – ospiti del Progetto Case di Roio. La delegazione era rimasta bloccata in Turchia all’inizio del conflitto. Contemporaneamente, è iniziata l’accoglienza generale. Tra gli enti coinvolti anche il Movimento Celestiniano che sta utilizzando un’ex struttura alberghiera a Stiffe. Al momento, gli ospiti sono una quarantina, ma il numero è destinato ad aumentare. «Non ci limitiamo solo all’alloggio», spiega il coordinatore Paolo Giorgi, «ma stiamo lavorando all’integrazione, favorendo l’inserimento dei giovani, a partire dai più piccoli, nelle scuole». Progressivamente, si stanno attivando corsi di lingua italiana oppure si favorisce l’inserimento delle persone arrivate in corsi già esistenti, come quelli della rete Cpia (Centro provinciale d’istruzione adulti) attraverso il progetto Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione). Un corso analogo è stato avviato anche a Castelnuovo, grazie a un accordo tra l’Istituto comprensivo di Navelli e lo stesso Cpia. Le lezioni, partite lo scorso febbraio, ora si aprono ai nuovi arrivati.
LE RACCOLTE. Continuano le raccolte di fondi, beni e viveri. Ieri, al parco Unicef in via Strinella, il momento di solidarietà rivolto in particolare ai neonati. Un’iniziativa che ha visto la presenza di un gruppo di ciclisti ucraini, rappresentato dal direttore tecnico Sergyi Grechyn, del consigliere Giancarlo Della Pelle e dell’assessore Vito Colonna. Simbolicamente è stata scelta la Domenica delle Palme, così come il parco che rappresenta il fondo delle Nazioni Unite in favore dei più piccoli. Tre le bandiere issate, una accanto all’altra, coi colori dell’Ucraina, dell’Italia e dell’Aquila.
ROTARY E ATENEO. Il prof Casacchia rammenta l’impegno del Rotary e dell’Ateneo: «Voglio ricordare», scrive, «la recente lettera dell’anestesista ucraino che ci comunicava la sua gratitudine per aver ricevuto apparecchi sanitari urgenti richiesti inviati grazie alla collaborazione tra Rotary, Ordine dei Medici provinciale e associazione medici di famiglia per l’emergenza, vicenda che mi ha visto direttamente coinvolto. Un altro esempio concreto di vicinanza è stato quello offerto dal servizio d’ascolto e consultazione dell’Università nei riguardi degli studenti ucraini che portano con sé dolori, nostalgie, preoccupazioni a volte insostenibili, che hanno trovato un approdo nell’accoglienza nel servizio coordinato dalla professoressa Rita Roncone». Questo si aggiunge alla missione che ha permesso a una delegazione dell’Ateneo di consegnare farmaci in zona franca e agli aiuti economici nei confronti di 34 studenti ucraini iscritti all’Aquila, con copertura delle borse relative ai programmi di studio e ricerca.