Mannarino torna in tour, data zero all’Aquila
4 Aprile 2022 Condividi

Mannarino torna in tour, data zero all’Aquila

Parte il 24 aprile dal Bliss club di Monticchio il tour 2022 di Mannarino che consentirà al cantautore romano di suonare per la prima volta dal vivo “V” (Polydor/Universal Music Italia), il suo ultimo progetto discografico.
Dopo aver incassato un doppio sold out per le prime date di Milano e Torino, Alessandro Mannarino ha scelto L’Aquila come data zero, all’interno di uno spazio che ha ospitato artisti di rilievo tra pop-rock e alternative, tra cui Marlene Kuntz – con e senza Gianni Maroccolo – Skin, Eugenio Finardi, Stef Burns, J Ax, Afterhours, Management del dolore post-operatorio, Bandabardò e Piero Pelù.

Mannarino, terrà concerti, nell’arco di primavera-estate toccando anche Firenze, Napoli, Roma, Locorotondo (Bari), Catania e Verona, con l’ultima data annunciata nell’Arena. C’è attesa per gli arrangiamenti che accompagnano il suo nuovo album. Prodotto dallo stesso Mannarino, registrato tra New York, Los Angeles, Città del Messico, Rio De Janeiro, l’Amazzonia e l’Italia il lavoro vede la collaborazione – in alcuni brani – dei produttori internazionali Joey Waronker (Beck, Rem, Atoms for Peace) e Camilo Lara (Mexican Institute of Sound) oltre che di Tony Canto e Iacopo Brail Sinigaglia.

L’album si propone come un invito ad appellarsi alla saggezza ancestrale degli esseri umani. Un disco che parla le lingue del mondo, intriso di suoni di foresta e voci indigene registrati in Amazzonia. Mannarino va alla ricerca della sorgente tribale e atavica dell’umanità, proposta come unico e potente antidoto contemporaneo alla brutalità del disumano. Natura, patriarcato, animismo, femminilità, rapporto uomo-donna, sono questi solo alcuni dei temi affrontati dal cantautore nel disco più politico e visionario della sua carriera, dove l’amore, l’irrazionale e un senso magico della vita diventano strumenti reali di decolonizzazione del pensiero e di resistenza umana. Il disco è stato anticipato dai singoli “Africa” e “Cantarè”. Considerato uno dei migliori artisti italiani contemporanei, erede della grande tradizione di cantautori come Paolo Conte e Fabrizio De André, Alessandro Mannarino porta avanti una rigorosa ricerca musicale e un sound che attinge a ritmi d’Oltreoceano e si è dimostrato un modello non omologato per le nuove generazioni. Un lavoro dalla cifra originale. Con i suoi cinque album ha saputo dare dignità di poesia alle sue ballate, creando canzoni indimenticabili da leggere e poesie da ascoltare.

L’esordio discografico nel 2009 con “Bar della rabbia”. Con questo primo lavoro ha vinto il Premio Giorgio Gaber a Viareggio e è stato finalista della Targa Tenco 2009 nella categoria Album emergenti – Opera prima. Poi sono arrivati “Supersantos” (2011), “Al monte” (2014). Brani come “Me so ‘mbriacato”, “Apriti Cielo”, “Marylou”, “Africa” o “Cantarè” sono diventati velocemente dei grandi classici. Con l’album “Apriti Cielo” (2017) per Mannarino è arrivata la definitiva consacrazione: il disco di platino e un tour che in appena un anno ha superato le 150mila persone. Nel 2019 è stato insignito del Premio Gabriella Ferri. I suoi concerti sanno coinvolgere il pubblico grazie anche al groove degli arrangiamenti.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro

Foto: Magliocchetti