Ciclisti ucraini si allenano all’Aquila
Non si fermano, sulle strade dell’Aquilano, gli allenamenti di atleti e staff nazionale ciclismo Under 23, Elite e Juniores ucraini, ospiti del capoluogo dopo essere rimasti bloccati in Turchia al momento dell’inizio del conflitto e dunque impossibilitati a rientrare in patria.
Da giovedì scorso, la delegazione, composta da 24 persone, è ospite degli alloggi del progetto Case di Roio Poggio, punto di partenza e di arrivo delle due ruote.
La mobilitazione della Federciclismo, che ha dirottato all’Aquila il prossimo consiglio federale, nel weekend del 26-27 marzo, ha permesso agli atleti di partecipare a delle prove regionali o nazionali già da domenica 20 marzo come il Gran Premio San Giuseppe di Montecassiano, nel Maceratese (Elite e Under 23) o La Corsa di Sandro a Gardia Vomano (Teramo).
“Stiamo cercando di ritrovare serenità sui pedali – valuta il sedicenne Vladislav Kovtunenko – eravamo a lavoro in Turchia e siamo arrivati qui in questo momento difficile. Ma non rinuncio ai miei sogni: il campionato del mondo su strada o qualche corsa a tappe come il Giro d’Italia o il Tour de France”.
Con loro c’è il responsabile Sergiy Grechyn, 42 anni, allenatore, direttore tecnico delle nazionali, una moglie e tre figli a Kiev. “I ragazzi qui stanno bene. Però alcuni hanno delle situazioni davvero difficili a casa. La mamma di uno di loro è chiusa in un bunker sotterraneo per via dei bombardamenti. Lui si allena regolarmente ma per il momento preferiamo lasciarlo tranquillo. Del resto, ci distraiamo pedalando. Non auguro a nessuno di vivere quello che stiamo vivendo noi. Stiamo subendo un massacro da parte dei russi che consideravamo nostri fratelli”.
Ad accogliere gli atleti, al termine della mattinata di allenamenti, una delegazione composta dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dal presidente regionale della Fci Abruzzzo, Mauro Marrone, il presidente regionale Coni, Enzo Imbastaro, la giornalista Francesca Monzone e l’assessore regionale, Guido Liris.
“L’Abruzzo – ha detto quest’ultimo – sì è dimostrato al passo coi tempi e all’altezza di questi tempi difficili. Abbiamo scelto di accogliere questo gruppo di atleti ucraini nelle costruzioni post-sismiche e oggi stiamo distribuendo delle sim card per permettere a questi ragazzi di tenersi in contatto con i loro cari”.
“La nostra solidarietà non si limita all’accoglienza – ha aggiunto – stiamo lavorando per attivare corsi di italiano e altre attività culturali che facilitino l’integrazione”.