Edipo Re, la tragedia in un video pop
No, non è la stessa cosa trasmettere in streaming. E di questo ne sono consapevoli anche gli addetti ai lavori. Ma come garantire una continuità al lavoro in una stagione che conta già oltre 130 giorni consecutivi di chiusura al pubblico delle strutture teatrali?
Anche per questo, il Teatro Zeta dell’Aquila si prepara a trasmettere in diretta Facebook e YouTube la tragedia greca “Edipo Re”: un lavoro liberamente tratto dal classico di Sofocle nel tentativo di mantenere le dinamiche più essenziali dell’intreccio della storia, nonché diverse sezioni di testo originali dell’opera. Tuttavia, con un taglio a tratti onirico, surreale, di sincera ricerca teatrale, molto fisica sebbene minimale. Il lavoro, dal titolo “Edipo Re. Primo studio sulla tragedia di Sofocle” vede la regia di Daniele Irto, con Andre Tufo nel ruolo di Edipo.
L’appuntamento, in “première”, è in programma alle 21 di domani e di domenica 8 marzo, sulle pagine social di Teatro Zeta. Il contenuto, girato sul palco della struttura aquilana, resterà comunque a disposizione sino al 7 aprile 2021. Anteprima di presentazione, domani alle ore 15 in diretta su Facebook. Un’iniziativa che fa parte della stagione Volo Libero del Teatro Zeta diretto da Manuele Morgese. Minimale nelle scenografie, nei costumi, nella riscrittura parziale sebbene rispettosa, attenta e fedele allo spirito dell’opera e dei personaggi. Minimale nella scelta delle battute, nelle atmosfere di luci, nei tagli e nelle connessioni, nella selezione e creazione di personaggi che si relazionano con Edipo: Coro, Creonte e Tiresia.
La musica è potente, suggestiva ed evocativa nei mixaggi dissonanti o risonanti di brani assai diversi pur intrecciati assieme. Un lavoro sperimentale, che approfitta anche delle potenzialità dello strumento video, facendo delle necessità e limitazioni della situazione pandemica una possibilità espressiva, una virtù. Infatti alle riprese video fatte agli allievi si mescolerà in licenza poetica un altro girato realizzato separatamente dal regista: “l’incubo di Edipo”. Questa sequenza di immagini farà da incipit allo svolgimento delle azioni sceniche svegliando bruscamente Edipo stesso alla sequenza di eventi drammatici dell’opera, in un crescendo di tensione tra grottesco e tragico. Un incubo fatto di atmosfere senza tempo, di personaggi di pietra, immutabili, che sembrano attingere al mito, come muovendo i fili della tragedia umana proprio dalla loro immobilità.
Uno spettacolo che prova a spingersi oltre i singoli tragici eventi concreti, per approfondire il rapporto dell’eroe tragico col proprio interiore vissuto corale, i rapporti del personaggio con la sua intima esperienza tragica, con la sua propria Hybris (tracotanza) e goffaggine quasi comica al tempo stesso. Un approfondimento del suo stretto e intenso rapporto col coro, intimamente psicologico, tanto da farne dubitare la reale esistenza se non nella mente di Edipo.