Ticket to ride, pt.6: viaggio e maschere
“Vieni qui come sei, come eri, come voglio che tu sia. Come un amico, come un vecchio nemico. Bagnato nel fango, imbevuto nella candeggina. Come un vecchio ricordo”.
Le parole di Kurt Cobain in “Come as you are” ci introducono nel tema della sesta puntata di Ticket to ride – il programma di Radio L’Aquila 1 condotto da Antonella Finucci, Valeria Valeri e Fabio Iuliano – un piccolo viaggio entro i confini dell’autenticità, definiti da canzoni e spunti letterari. Il doppio è una figura fondamentale nella storia della cultura letteraria di tutto il mondo: la maschera indossata dagli attori del teatro antico era il mezzo che consentiva loro, di volta in volta, di interpretare diversi personaggi. Ma anche ognuno di noi, nella vita quotidiana indossa maschere che talvolta coincidono con i diversi ruoli sociali che va a ricoprire, assumendo di conseguenza diversi schemi di comportamento. Tutt’altro che una falsificazione o un nascondiglio, ma un mezzo per esprimersi.
“L’uomo è poco se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità”, scriveva Oscar Wilde. Senza di essa molte opere non sarebbero esistite o non avrebbero avuto la giusta risonanza. Il tema del “doppio” è stato sempre legato alla cultura scenica per poi incarnarsi in racconti e romanzi ad esso dedicato. Lo ricorda Giuseppe Panella nel suo volume “Le maschere del doppio” che parte da opere teatrali come l’Anfitrione di Plauto, per arrivare a William Shakespeare e Carlo Goldoni. Un itinerario che raggiunge racconti e romanzi moderni e contemporanei: da Edgar Allan Poe (William Wilson) in avanti, passando per Adelbert von Chamisso, Fedor Dostoevskij (Il sosia), Robert Louis Stevenson (Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde), Joseph Conrad (Cuore di tenebra, Il coinquilino segreto), Luigi Pirandello e molti altri, il “doppio” si rovescia nel “replicante” e approda alla fantascienza con autori come Herbert George Wells o Kurt Vonnegut. Anche le canzoni ci riportano al tema dell’autenticità, come in “Quella che non sei” di Ligabue oppure in “Every breath you take” dove Sting regala al protagonista, che parla in prima persona, un’identità del tutto inedita che Diego De Silva si è divertito a tracciare in “Terapia di coppia per amanti”. Cosa ne è venuto fuori? Restate sintonizzati per noi per scoprirlo.