Ticket to Ride, pt.3: viaggio e spiritualità
La parola che guida il viaggio della terza puntata di Ticket To Ride – il programma di Radio L’Aquila 1 condotto da Antonella Finucci, Valeria Valeri e Fabio Iuliano – è “spiritualità”.
Poche cose rimpiangeremo di questo 2020. Tra queste non c’è sicuramente il saluto con il gomito, per fortuna poi sconsigliato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità. Però per vincere l’imbarazzo di incontrare una persona e restare con le mani in mano, può venirci in soccorso il saluto il “Namastè” il saluto indiano con le mani giunte e i palmi che si toccano con le dita all’insù poste davanti al petto come in preghiera. In Italia era diventato un tormentone quando 3 anni fa con “Occidentali’s Karma” ma questa è un’altra storia. Il “Namastè” è il saluto che riconosce la divinità che c’è in noi, come a dire che ognuno – veramente ognuno – custodisce una parte del divino.
Ed è da questa prospettiva che canzoni come One of Us di Joan Osborne acquistano un senso inedito. “Se Dio fosse uno di noi? Uno sfigato proprio come ognuno di noi? Uno straniero sull’autobus che cerca di ritrovare la su strada? E magari nessuno che chiama al telefono, a parte il Papa qualche volta da Roma”.
Del resto, lo sguardo verso ciò che trascende è sempre una questione di prospettive. Ci viene incontro la natura che ritrovi in pezzi come All is full of Love di Bjork. Ma si ha tempo di guardare al cielo d’Irlanda (o al cielo d’Islanda) solo se si fanno i conti con le dinamiche del nostro tempo. Ne sapevano qualcosa Jerry Hannan e Eddie Vedder in Society.
Esiste una prospettiva giusta? Loa o Orisha, che differenza fa quando il credo è unico ma cambian le figure. “Molti anni fa”, racconta El Hassan bin Talal a Alain Elkann, “mi trovavo in Brasile davanti alle cascate di Iguazu con un missionario italiano e gli chiesi: ‘Perché ci sono tante religioni se c’è un solo Dio?’ ‘Vedi queste cascate? – mi fu risposto – noi le guardiamo dal Brasile, c’è chi le guarda dal Paraguay e chi le guarda dall’Argentina. Sembrano diverse, ma sono sempre quelle, le stesse. Dunque anche se c’è un solo Dio possono convivere varie religioni e vari popoli, possono vivere tra loro in pace rispettandosi a vicenda’ “.
E Gesù fu marinaio finché camminò sull’acqua e restò per molto tempo a guardare solitario dalla sua torre di legno. E poi quando fu sicuro che soltanto agli annegati fosse dato di vederlo disse: ‘Siate marinai finché il mare vi libererà’.
Così cantava Cohen, per bocca di De André.