Al mercato tra regole e lotta agli abusivi
I 5-6 gradi del mattino si fanno sentire tutti se sei fermo al freddo ad aspettare che passi qualcuno a dirti se puoi allestire il tuo stand in piazza d’Armi. Al mercato funziona così: o hai il posto fisso o ti tocca aspettare che i vigili urbani ti assegnino uno stallo, dopo aver verificato che tutto sia in regola.
La teoria è questa. Solitamente, il primo raggio di sole oltre la piccola skyline di gru e palazzi del centro, accompagna l’arrivo della polizia municipale. Talvolta i commercianti, in attesa della spunta, restano nel dubbio che anima uno dei pezzi più caratteristici dei Clash: Should I Stay or Should I Go-Dovrei restare o dovrei andarmene?. Chi resta, se la rischia: pur a voler fare tutto come si deve, si entra in un sistema molto complesso. E se abusivi non si nasce forse lo si diventa. Controlli o meno. Del resto, non è sempre facile distinguere tra una licenza e una visura camerale (provare per credere). A volte si crea confusione. A volte si ingenerano discussioni tra i commercianti che possono sfociare in vere e proprie risse.
«Una situazione di questo tipo», fa notare Alberto Capretti della Fiva Confcommercio, «non ci aiuta a garantire i controlli doverosi contro l’abusivismo. Per noi la partita si gioca sul filo del rasoio, abbiamo bisogno di vedere il mercato in piena sicurezza specie di questi tempi dove tutti devono seguire le normative Covid».
Mentre parla, lascia in sospeso il cavo dell’alimentazione del suo stand, per camminare tra i banchi.
«La norma impone una distanza laterale di 1,5 metri tra un banco e l’altro», sottolinea, «ma quella frontale è di quattro metri per creare un passaggio adatto a evitare assembramenti. Non è un concetto chiaro a tutti». Qualche bancarella ha degli allestimenti che riducono il passaggio. Altrove vedi un furgone posteggiato in zone dove non è possibile. Il mercato può ospitare 76 banchi divisi in aree: alimentare (di vendita e di somministrazione) e non alimentare.
Talvolta la carenza dei controlli mischia le carte. «Senza delle verifiche puntuali», rimarca Capretti, «le attività abusive vengono incentivate. Ad esempio, in piazza Duomo alcune domeniche (la prossima sarà domenica 8) allestiamo una selezione di 26 bancarelle, ma dobbiamo vedercela con abusivi che magari sbucano all’ultimo momento per vendere palloncini gonfiati a bocca e proseguono indisturbati. Se ci battiamo per farci ridare le fiere senza combattere l’abusivismo, rischiamo di essere poco credibili».