L’Aquila, giù le mani dalla mensa dei poveri
Da un lato la partita del diritto, giocata sul filo teso tra un’ordinanza comunale e il suo relativo ricorso al Tar. Dall’altro la vicenda umana e sociale che coinvolge la mensa di Celestino, uno dei pochi avamposti per l’assistenza alle famiglie indigenti, presidio dall’importanza strategica grande anche negli ultimi mesi segnati dalle ripercussioni economiche sulle restrizioni anti-Covid.
Si tratta del complesso che si trova all’angolo tra via Raffaele Paolucci e via Ugo Piccinini, nell’area di piazza d’Armi, che ospita varie realtà di volontariato, la chiesa di San Bernardino, una struttura per il ricovero dei migranti e la sede della Fraterna Tau che gestisce la mensa dei poveri. Secondo un’ordinanza a firma dell’avvocato del Comune, Domenico de Nardis, sarebbero trascorsi i termini di legge per la rimozione della realizzazione delle costruzioni temporanee ospitate nel complesso. L’ordinanza è stata notificata ai frati francescani che abitano sul territorio.
Il documento concede agli occupanti 90 giorni di tempo per demolire le strutture presenti e ripristinare lo stato originario dell’area. Di fatto, secondo gli organi preposti dell’amministrazione comunale, il comodato d’uso gratuito dell’area sarebbe scaduto il 4 aprile nel 2013 e successivamente non ci sarebbero state variazioni urbanistiche e non sarebbero stati rilasciati titoli edilizi. Così come non sarebbe stata presentata alcuna istanza di trasformazione delle costruzioni temporanee in definitive.
L’ordinanza è stata immediatamente impugnata tramite un ricorso presentato al Tar dall’avvocato Fausto Corti. «Venerdì, in un incontro nei nostri uffici, spiegheremo le ragioni per cui quest’ordinanza non ha fondamento», valuta Paolo Giorgi del Movimento Celestiniano. «Come si può pensare di abbattere una struttura che garantisce un servizio essenziale al posto del Comune, senza neanche percepire contributi da parte dell’amministrazione cittadina? Inoltre», aggiunge, «l’ordinanza asserisce all’inizio che la Fraterna Tau avrebbe realizzato costruzioni provvisorie, quando tutti sanno che quello è un progetto della Protezione civile, sostenuto da donazioni. Un progetto, peraltro, approvato dal Comune. Siamo pronti a una battaglia per difendere questi spazi, unico rifugio per molte persone in difficoltà».(fab.i.)