L’Aquila, aumenta lo stato di povertà
«C’è gente che da adesso incomincia a pensare al dopo pandemia. A tutti i problemi che arriveranno: povertà, lavoro, fame. Preghiamo per tutta la gente che aiuta oggi, ma pensa anche al domani».
La mattina dell’ultimo venerdì di Quaresima prima della settimana Santa inizia per Papa Francesco con queste parole, pronunciate sull’altare della chiesetta di Santa Marta.
Purtroppo, per tante famiglie quel futuro è già presente. È bastata una manciata di giorni di isolamento per far implodere quel microcircuito sociale che permetteva a molti di tirare avanti, tra piccoli espedienti e impieghi saltuari, più o meno regolari. Per L’Aquila, che ha dovuto affrontare una serie di ripercussioni economiche legate al terremoto, la situazione è ancora più grave.
Questa nuova emergenza va a colpire su un ferro già battuto, in un momento in cui si iniziava, invece, a respirare anche grazie all’introduzione di agevolazioni che hanno consentito la riapertura di una serie di attività dentro e fuori il centro storico. Le restrizioni progressive dei vari Dpcm hanno invece gettato molte famiglie in difficoltà. Alcune persone si sono trovate per la prima volta di fronte ad una situazione di povertà, senza pertanto neanche sapere come chiedere aiuto, in questo momento di quarantena, che non è per tutti uguale.
CARITAS. Lo sanno bene alla Caritas diocesana, che da giorni ha registrato un’impennata di richieste, con numerose chiamate al centralino 0862.405169. L’operatrice parla di almeno una trentina di richieste al giorno, molte anche inedite, quando invece nei mesi scorsi si parlava di una media dieci volte più bassa. «Stiamo cercando di dare una risposta a tutti», spiega don Dante Di Nardo, direttore dell’Associazione diocesana. «C’è chi chiede un aiuto per fare la spesa, chi per vestire o pagare una bolletta». Poco o niente si è fermato rispetto alla gestione delle utenze, i cui pagamenti hanno tutti una scadenza precisa, da rispettare.
BANCHE. Addirittura alcuni commercianti hanno persino segnalato quanto sia stata puntuale, da parte di alcune banche, la riscossione della rata del mutuo o del prestito, fino all’ultimo, ultimissimo momento consentito dall’ordinanza. «I risultati di questa situazione», riprende don Dante, «li vediamo sulla pelle dei nostri concittadini. Ci siamo dati tre giorni per organizzare gli aiuti e la consegna del materiale: lunedì, mercoledì e venerdì, ma i tempi sono dilatati per l’esigenza di garantire il distanziamento sociale». Per fortuna, le donazioni sono aumentate e alla Conad dell’Aquilone c’è un contenitore lasciato come “spesa sospesa”. Un’iniziativa che fa il paio con altre di questo genere, a partire dalla mobilitazione dei volontari dell’Ana in vari supermercati. «A Paganica c’è un dormitorio che viene utilizzato in questo periodo», continua, «e da alcune persone che ora vivono in maniera stabile e permanente, non potendo uscire». Una situazione analoga a quella del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Pettino e della casa famiglia per neomaggiorenni, strutture a ridosso della parrocchia di don Dante, a Pettino.
MENSA DI CELESTINO. «Le regole introdotte dal governo», spiega Federico Congiu, dipendente della Fraterna Tau che gestisce la mensa di Celestino, «impediscono di ospitare persone a pranzo, fatta eccezione per le famiglie residenti. Di qui, stiamo fornendo i pasti caldi in appositi contenitori e bustine».
Le richieste sono schizzate: si parla anche di 100 erogazioni al giorno, che vengono anche consegnate a domicilio agli anziani e agli utenti di alcune Associazioni, come l’Arci che smista il pasto tra le strutture che accolgono i migranti.
COORDINAMENTO. Mentre il Comune dell’Aquila si organizza per la distribuzione delle agevolazioni, anche le amministrazioni del circondario sono allo studio di tempi e modi. Tra queste, Scoppito, dove l’assessore alle Politiche sociali, Pamela Soncini, ha rivolto un appello al coordinamento degli aiuti alle famiglie meno abbienti, anche in relazione col rapporto con la Protezione civile.