Autismo, la battaglia continua per i diritti
«Quando c’è un ragazzo autistico in famiglia, l’impegno e la pressione sono enormi: spesso i padri lasciano, le coppie si separano. Talvolta c’è chi arriva fino all’omicidio-suicidio. Non si può negare assistenza a queste persone».
Le parole del socio fondatore di Autismo Abruzzo Onlus, Serafino Simoni, gelano la sala “Arnaldo Leone” allestita dalla casa editrice Arkhé per ospitare i membri dell’associazione regionale che di recente ha vinto ben sei ricorsi contro le Asl proprio in materia di ausilio e supporto all’autismo. Sì, perché talvolta la normativa esiste ed è piuttosto chiara, ma non sempre trova riscontro nelle buone prassi amministrative.
A Teramo, Chieti, Vasto, la giurisprudenza si è espressa in maniera netta sull’obbligo di legge di assicurare l’erogazione delle prestazioni sanitarie finalizzate al recupero dei soggetti affetti da autismo o altre disabilità. È questo il risultato di azioni legali intraprese dall’associazione presieduta da Dario Verzulli col supporto dell’avvocato di riferimento, Giovanni Legnini. Solo qualche giorno fa, il tribunale di Vasto, in seduta collegiale, ha obbligato l’Asl territoriale di riferimento a provvedere all’erogazione del trattamento riabilitativo previsto, e a sostenere le relative spese, sia per quanto riguarda la permanenza in strutture idonee, sia per la terapia domiciliare.
L’Asl 2, infatti, si era opposta alla presa in carico di alcuni minori garantendo parzialmente assistenza solo a 2 dei 4 casi segnalati. «Il nostro auspicio», ha sottolineato il presidente Verzulli, «è che la nostra azione stimoli le Asl e la Regione affinché quanto previsto dalla legge si applichi regolarmente, senza che debbano intervenire i tribunali. Invitiamo le famiglie a contattarci, perché la prima tutela è rappresentata dalla condivisione delle informazioni. Spesso le famiglie con ragazzi autistici si ritrovano senza punti di riferimento e non riescono a far valere i propri diritti».
Come sottolineato nella pubblicazione periodica dell’associazione, curata da Arkhé, la battaglia divulgativa condotta è fondamentale: «Non staremo certo qui a convocare conferenze stampa per ogni ricorso che vinciamo», ha sottolineato il volontario Giovanni Cappelli, «ma vogliamo chiedere il supporto della stampa nella condivisione di queste informazioni che gli enti non danno. I diritti ci sono e bisogna farli valere. Speriamo sempre meno attraverso i tribunali e sempre più in via ordinaria». Si è parlato anche del “modello L’Aquila” e dei vari progetti territoriali volti anche a garantire a molti genitori la speranza di un’assistenza ai propri figli negli anni.