“Raccontami l’Abruzzo” al giardino letterario della Jenca
1 Luglio 2018 Condividi

“Raccontami l’Abruzzo” al giardino letterario della Jenca

Raccontami l’Abruzzo, le sue strade, le sue piazze, i suoi borghi distesi come vecchi addormentati. I colori dell’estate che arriva, gli odori e i sapori di una volta. Il montepulciano, il liquore Corfinio, il piatto della strega a base di peperoncino Capsicum, li buttije de pummarole, le pagnotte per la festa di Santa Gemma, “Cuore, pupe e cavalli”, una vecchia ricetta dal quaderno di famiglia passato di madre in figlia.

L’Abruzzo della sua gente così simile e così diversa. L’Abruzzo delle sue tradizioni e delle sue feste comandate. L’Abruzzo, una regione fatta di tante piccole comunità ciascuna con una propria, distinta, identità. Da coltivare e difendere, contro le ingiurie degli anni, la crisi che ti costringe a fare bagagli e cercare fortuna altrove. Contro il terremoto.

IL LIBRO

C’è tutto questo in Raccontami l’Abruzzo (Tabula Fati) l’antologia di racconti e testimonianze di riti e percorsi nella nostra regione – a cura di Rita La Rovere – presentata a San Pietro della Jenca nell’ambito della 5ª edizione della rassegna culturale “Il Giardino Letterario”.

Oltre quaranta contributi a firma di scrittori, giornalisti, poeti o semplici appassionati di usi e costumi di questa terra. “Da quanto tempo ti sto aspettando?”, si legge sul retro di copertina.

“Dall’istante in cui l’affabulazione come filigrana dei monili che mi carezzano, mi ha reso irresistibile agli occhi del nostro pittore. Da quanto tempo mi stai aspettando? Da quando la nostalgia e i ricordi, la commozione e gli spilli al cuore, i luoghi e le immagini, i colori e i sapori, i riti e le tradizioni, si fanno abbraccio e restituzione, all’improvviso”.

Non era mai accaduto che oltre quaranta testimoniasse raccontassero la propria terra come un sotteso invito a conoscerla per amore, solo per amore.

Un libro che è divenuto così, seppur nell’eterogeneità, un’unica voce narrante di questa regione. Nello spazio allestito ai piedi del Gran Sasso, sono intervenuti, tra gli altri, Rosaria Panetto, il giornalista Angelo De Nicola, oltre alla stessa curatrice La Rovere, in un confronto moderato da Augusto Ciciotti.

All’incontro ha partecipato anche Pasquale Corriere, presidente dell’associazione San Pietro della Jenca.

De Nicola, giornalista del Messaggero, ha regalato ai presenti un racconto di resilienza e di impegno che vede protagoniste le suore celestiniane del convento di San Basilio. Un impegno che arriva a sostenere missioni importanti in Africa e nelle Filippine.

Si è parlato di terremoto attraverso gli occhi della Panetto. Particolarmente toccante la lettura delle pagine del giornalista Giustino Parisse, una dedica a suo padre scomparso nella notte del sei aprile. Si è parlato, poi, di migrazioni in un confronto mediato dalla musica con Imagine, Blowin’ in the wind e Che sarà a scandire i tempi. Tra i contributi del libro anche i Narcisi di Patrizia Tocci.

LA RASSEGNA

La rassegna prosegue così: 8 luglio padre Tito Paolo Zecca, sacerdote passionista di San Gabriele; 15 luglio Umberto Braccili, giornalista e scrittore; 22 luglio Francesco Antonio Grana, giornalista vaticanista, insieme a padre Ciro Benedettini, direttorre dell’Eco di San Gabriele; 26 luglio Donatella Di Pietrantonio, scrittrice vincitrice del premio Campiello; 12 agosto Osvaldo Bevilacqua, giornalista e scrittore; 19 agosto Francesco Fagnani, scrittore; 26 agosto Riccardo Narducci e Danilo Campanella, scrittori; 2 settembre Silvio Crisari, allenatore sportivo e scrittore; 18 ottobre Roberta De Falco, scrittrice e sceneggiatrice, insieme al professor Francesco Sidoti, sociologo e criminologo. Il premio internazionale “La stele della Jenca” sarà conferito il 5 agosto al Corpo della gendarmeria della Città del Vaticano. Il 12 agosto ci sarà anche un concorso di pittura estemporanea.

I CARDINALI

Per tutti, l’aperitivo finale, a base di prodotti tipici. Tra i dolci, molti dei quali preparati da Luisa Scirri Saraullo, anche i “cardinali” in omaggio all’arcivescovo Giuseppe Petrocchi nel giorno della sua prima messa da porporato a Santa Maria di Collemaggio.

Una produzione sul marchio “Luisita”, in omaggio a “Luisito” di Susanna Tamaro.

di Fabio Iuliano – fonte: Virtù Quotidiane