Soundreef, incontro a L’Aquila
Fedez, Maurizio Di Fabrizio, Nesli, Fabio Rovazzi, Gigi D’Alessio e più di recente Enrico Ruggeri, vincitore di due edizioni del Festival di Sanremo. Sono solo alcuni dei nomi del panorama della musica pop/rock e leggera che hanno iniziato a lavorare con Soundreef, società per la gestione dei diritti d’autore che di fatto ha messo in discussione il monopolio della Siae. Una startup che opera in più di 20 Paesi nel mondo e amministra il repertorio di oltre 25.000 autori ed editori, di cui 10.000 solo in Italia. Una realtà alternativa già ben radicata ma ancora relativamente poco diffusa dalle nostre parti.
Anche per questo domani, 10 aprile, per iniziativa della Jamrock Records (etichetta discografica, laboratorio musicale e studio di registrazione), artisti e band locali potranno confrontarsi con dirigenti nazionali della società di Davide D’Altri. L’appuntamento è al Palazzetto dei Nobili (ore 17.30), nel centro storico dell’Aquila. «Per noi che abbiamo iniziato a distribuire una serie di Ep e album», commenta Marco Alloggia della Jamrock, «è determinante poter entrare dentro un sistema alternativo alla Società italiana autori». Ma non è solo questo. Spesso, a fare la differenza, è il fatto di non trovarsi davanti un ente e un apparato burocratico, ma persone con volto e voce che interagiscono con gli artisti.
Il progetto Soundreef è partito nel 2011. Da allora, si è aperta una storia di cause e ricorsi, dai tribunali, all’Antitrust e al Parlamento italiano ed europeo. Uno spiraglio legale si è aperto con la direttiva Barnier, approvata dall’Europarlamento nel febbraio 2014. Questa legge è diventata il nuovo riferimento comunitario per il diritto d’autore e consente agli autori di affidare la tutela dei propri diritti alla società che preferiscono all’interno dell’Ue. Una direttiva che l’Italia ha recepito lentamente, nonostante la spinta di varie start up. Il primo spiraglio da una sentenza del 2014 che autorizzava una società estera come Soundreef a operare nella Penisola (solo per musica d’ambiente nei centri commerciali e per artisti stranieri).
L’Antitrust ha riconosciuto il caso italiano come una rarità in Europa, ricordando la direttiva Barnier e aprendo un’istruttoria (su segnalazione di Soundreef) nei confronti di Siae per presunte condotte escludenti nella gestione e intermediazione dei diritti d’autore. Il 19 luglio 2017 il Tribunale di Milano ha ordinato all’organizzatore di un concerto di Fedez di versare non solo a Siae ma anche a Soundreef il compenso dovuto all’artista. Il resto è storia recente. (fab.i.)