Sei aprile 2009-2018
Ritrovarsi nel silenzio. In una notte che è di tutti. Perché, a nove anni da quella scossa maledetta, chi è rimasto sa bene che ogni giorno c’è da riscoprire insieme la voglia di guardare avanti. «Molti di noi portano dentro un dolore grande, per questo è importante affrontare insieme il ricordo di questa tragedia e cercare un’elaborazione del lutto non più e non solo individuale, ma anche collettiva», spiega Ilaria Carosi. Parla come psicologa, ma anche come sorella di Claudia, giovane avvocatessa vittima del sisma. Quella voglia di guardare avanti declinata negli sguardi di tanti giovani e giovanissimi. Alcuni di loro forse anche troppo piccoli per avere un ricordo nitido. Eppure, sono stati in tanti a cercare in questa notte un significato per guardare oltre le fatiche del quotidiano.
La resilienza ha i suoi simboli. Le sue canzoni. I suoi colori. Anche lo sport può essere un modo per guardare avanti. Il giovanissimo campione reatino di bike trail Diego Crescenzi, attraverso le telecamere di Fulvio Iampieri, ha portato all’Aquila un web-doc girato qualche anno fa tra le macerie. L’intenzione era di proiettarlo in apertura di fiaccolata. Tuttavia, in pochi hanno colto lo spirito dell’iniziativa, tanto più che le luci della strada hanno parzialmente offuscato la proiezione estemporanea accompagnata da interviste e musica a volume alto. Di qui, l’intervento deciso del presidente del consiglio comunale, Roberto Tinari, a chiedere l’interruzione della proiezione.
Altro momento dissonante, almeno negli occhi di alcuni partecipanti, la presenza di alcuni rappresentanti istituzionali, come Paola De Micheli, oggi commissario per la ricostruzione del Centro Italia, imbeccata da giornalisti di varie testate anche in merito alla difficile questione della restituzione tasse. «Non è il tempo delle passerelle», ha tagliato corto Vincenzo Vittorini. «Questa sera siamo qui in ricordo dei nostri cari. Le forze politiche hanno avuto nove anni per agire». L’ex sottosegretario ha avuto comunque modo di ricordare gli sforzi messi in campo per la ricostruzione, mentre il sindaco, Pierluigi Biondi, ha rimarcato quanto sia importante ritrovarsi come un’unica comunità, anche «per chiedere risposte adeguate alle istituzioni nazionali».
Le fiaccole hanno sfilato nella notte illuminando via XX Settembre. Dove sono comparsi lumini alle finestre delle case. A ridosso del luogo designato come futuro spazio per la memoria (tra la Villa Comunale e piazzale Paoli) c’è stato il ricordo della piccola Alena Arjiulai, di origine macedone, di Lucilla Muzi, e della coppia Serafina Deli e Armando Giustiniani. La loro storia è stata scelta come simbolica dai familiari delle vittime. Poi la lettura dei nomi delle 309 vittime e la messa dell’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, a precedere la veglia di preghiera e i rintocchi. «Provo un sentimento di vicinanza, di dolore, perché quell’evento, così come gli eventi successivi, ha segnato i cuori degli italiani e soprattutto i nostri», è il commento del capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli. «Noi siamo arrivati qui immediatamente dopo il sisma, io personalmente ho vissuto qui per otto mesi».