Raccontami l’Abruzzo: la piccola Transiberiana
6 Gennaio 2018 Condividi

Raccontami l’Abruzzo: la piccola Transiberiana

Neve e sassi tra le rotaie a scandire l’inverno. Un mantello bianco che, per settimane e settimane, ricopre chilometri di ferrovia, da Sulmona a Carpinone, un lembo di cuore d’Abruzzo che pulsa verso il Molise. Uno scenario inedito per le nostre latitudini, tanto che, quando all’inizio degli anni Ottanta il giornalista di Gente Viaggi intraprese questa tratta appenninica, gli venne quasi automatico di pensare a quei luoghi insoliti e sospesi dal tempo della vecchia Unione Sovietica. Ecco che, per quanto i treni che da Mosca raggiungono Vladivostok abbiano in realtà poco a che vedere con i nostri, da quel momento in poi, si è iniziato a parlare di “piccola Transiberiana” oppure “Transiberiana d’Italia”.  

Ma è nelle stagioni più calde che questi 129 chilometri ti tolgono il fiato, in un percorso che attraversa parchi e riserve, in un tragitto che non risparmia montagne, dirupi, gole e strettoie. Un dislivello da stimolo per cicloamatori: si parte da Sulmona a poco più di 350 metri sul livello del mare, per arrivare ai 1.268 della stazione Rivisondoli-Pescocostanzo. Da lì inizia la discesa verso Castel di Sangro – circa 800 metri di altitudine – e Isernia a 423 metri. 

La linea ferroviaria risulta aperta solo nell’ultimo brevissimo tratto molisano Carpinone-Isernia, in quanto percorso dai treni che provengono da Campobasso. Sabato 10 dicembre 2011 è stato, invece, l’ultimo giorno di servizio della ferrovia abruzzese Sulmona-Castel di Sangro. Da ultimo, la linea era percorsa solo da due coppie di treni. La sua chiusura aveva decretato la fine degli espressi Pescara-Napoli. Nessuno, forse, nelle cabine di comando della Regione Abruzzo, ha saputo valutare il potenziale turistico di questa tratta, salvo poi mettere in piedi una serie di “giornate revival”, attraverso il progetto “Binari senza tempo”. 

Un tracciato mozzafiato attraverso borghi e centri abitati piccoli e grandi, da un lato all’altro della Majella. Un percorso che varia a seconda del periodo dell’anno e del tipo di iniziativa. Da Sulmona a Cansano, da Palena a Pettorano sul Gizio, da Campo di Giove a Roccaraso alla volta di Castel di Sangro. Nelle rievocazioni si viaggia a bordo di un convoglio storico con carrozze “centoporte” e “terrazzini” realizzate tra il 1920 e 1930, trainate dal locomotore diesel D445.1145  per l’occasione colorato con la classica livrea Fs verde e marrone. Si rivive così l’atmosfera di quasi un secolo fa. A volte, è la musica popolare ad accompagnare la marcia. A volte, specie quando ci mette lo zampino  lo staff dell’associazione “Le Rotaie”, in ogni sosta si possono assaggiare vini in degustazione e prodotti tipici.

di Fabio Iuliano – tratto da “Raccontami l’Abruzzo” di Rita La Rovere