Sharper L’Aquila, Antolini: divulgare l’amore per la ricerca
«Divulgare la scienza è come piantare dei semi tra le nuove generazioni, è questo lo spirito che anima iniziative come Sharper». Originaria delle Marche e laureata in astronomia all’Università di Bologna, Roberta Antolini cura il coordinamento di Sharper nell’ambito della notte dei ricercatori all’Aquila. Dal 1995 è responsabile delle relazioni esterne e della comunicazione scientifica dei Laboratori nazionali del Gran Sasso: in questo ambito organizza eventi a carattere divulgativo per le scuole e il pubblico in genere, gestisce l’ufficio stampa dei Lngs e mantiene rapporti istituzionale con enti e istituzioni nazionali ed esteri, oltre a ricoprire incarichi di rappresentanza dell’Istituto nazionale di fisica nucleare in gruppi di lavori, nazionali e internazionali per la comunicazione settoriale.
Dottoressa Antolini, iniziative come Sharper sono unosforzo concreto nella divulgazione scientifica. Perché si investe molto in questo ambito?
«Comunicare la scienza significa permettere a quante più persone possibili l’accesso a una conoscenza altrimenti precluso ai più. Anni e anni di convegni e conferenze hanno rivelato una certa inefficacia da parte della comunicazione tradizionale, per questo motivo organizzazioni come quelle che, con il contributo dell’Unione europea, portiamo avanti, sono andate alla ricerca di canali maggiormente efficaci».
Uno dei temi di quest’anno è legato alle onde gravitazionali?
«Sì. La ricerca sulle onde gravitazionali, che ha visto un contributo decisivo anche da parte di istituzioni presenti sul territorio aquilano come l’Infn e il Gssi, è ancora in lizza per riconoscimenti importanti nel campo della comunità scientifica e a breve, dalle parti della Svezia, potrebbero esserci sorprese in tal senso. Stiamo parlando di studi relativi alla gravità come una manifestazione della curvatura dello spaziotempo, così come descritto da Albert Eistein nella teoria della relatività generale (1915). Lo spazio-tempo è come un tessuto, ma a quattro dimensioni: le tre spaziali note, più il tempo. Un tessuto che viene deformato dai corpi e perturbato da masse in movimento. Uno degli appuntamenti più attesi dell’edizione di quest’anno è proprio relativa alla rappresentazione di queste perturbazioni che sono, appunto, le onde gravitazionali».
Parliamo dell’evento “Einstein cave”a Piazza Duomo.
«Avremo degli allestimenti che permetteranno a chiunque di approfondire la conoscenza sulle quattro forze fondamentali dell’universo. Un viaggio che va dall’immensamente piccolo delle particelle all’immensamente grande delle galassie passando per le risorse messe a disposizione dai Laboratori nazionali del Gran Sasso e gli esperimenti a caccia di onde gravitazionali».
Un trend, quello della divulgazione scientifica, molto utilizzato nello storytelling letterario, televisivo e cinematografico. Viene da pensare all’omaggio che scrittori come Crichton hanno dedicato alla fisica quantistica in bestseller come Timeline. Quale contributo riveste in tal senso il mondo della scienza?
«È innegabile che scrittori come Crichton o Dan Brown abbiano avvicinato tantissimi lettori (o appassionati di cinema nelle successive trasposizioni) a dinamiche scientifiche. A proposito del secondo, mi viene in mente quanto libri come “Angeli e demoni” abbiano incuriosito anche realtà come il Cern di Ginevra. Di fatto, la trama del libro ruota intorno al celebre istituto il cui sito, nei mesi successivi alla pubblicazione del volume, è stato letteralmente tempestato di clic di utenti di tutto il mondo».
Come si inserisce l’edizione aquilana nell’ambito del programma Sharper?
«Il progetto rappresenta uno dei sei italiani vincitori del bando biennale 2016-2017 per la Notte europea dei ricercatori. Sharper costituisce l’occasione per grandi e piccini di lasciarsi emozionare e coinvolgere dal desiderio, dalla curiosità e dalla passione per la scienza. Un contesto che rappresenta una proposta importante per questa città segnata da un sisma che ha precluso parte delle attività sociali. Ogni anno riceviamo ringraziamenti di genitori che hanno visto i loro figli appassionarsi alla scienza in occasioni come Sharper. È un seme che piantiamo nelle nuove generazioni»