Omaggio a Segovia all’Aquila con quattro solisti di chitarra
«Chitarra, cuore trafitto da cinque spade». Così, il poeta granadino, Federico Garcia Lorca, parlava della sei corde, regalando delle suggestioni che solo chi aveva esperienza diretta sa dare. Se riusciva a farlo con tanta forza non era solo grazie alla sua memoria plastica, ma anche alla fortuna di avere tra gli amici di famiglia un chitarrista come Andrés Segovia.
Oggi, a trent’anni dalla sua morte, il conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila ospita uno speciale concerto per rendere omaggio al maestro spagnolo il cui tocco ha tanto contribuito alla conoscenza e allo sviluppo della chitarra classica nel mondo. Sul palco dell’Auditorium Shigeru Ban, in via Francesco Savini, andranno in scena, dalle 18, quattro concerti di chitarra con Aligi Alibrandi, Senio Diaz, Cesare Di Giulio e Roberto Vallini. Di Giulio è tra gli ideatori dell’iniziativa insieme a Paola Elia, professoressa di letteratura spagnola e console onorario di Spagna. «Era importante ricordare in musica uno dei chitarristi più rappresentativi del secolo scorso», ha sottolineato Elia.
«Abbiamo avuto il sostegno anche economico del dipartimento culturale iberico (l’Oficina cultural Embajada de España a Roma) e quindi siamo riusciti ad allestire questo concerto che conterrà anche un tributo al Concerto d’Aranjuez». Stiamo parlando di quella che è probabilmente l’opera più nota di Joaquín Rodrigo. Scritto all’inizio del 1939 a Parigi, in un’atmosfera tesa per le ultime vicissitudini della guerra civile spagnola e per l’imminente seconda guerra mondiale, costituisce il primo lavoro scritto da Rodrigo per chitarra e orchestra. La strumentazione è unica, dal momento che è raro trovare una chitarra solista che si confronta con il suono prodotto da un’intera orchestra. Il pomeriggio vede anche con l’esibizione dell’orchestra del conservatorio diretta dal maestro Aurelio Canonici e poi ci sarà spazio per alcuni allievi del conservatorio.
I quattro docenti eseguiranno alcune musiche che appartengono all’universo segoviano, tra cui Sevilla, Asturias, Torre Bermeja di Isaac Albéniz, Danza spagnola numero 5 di Enrique Granados. Ci sarà poi l’esecuzione del Concierto Andalus, ancora di Rodrigo, un’opera di raro ascolto per quattro chitarre e orchestra. Infine ci sarà spazio per altre atmosfere spagnole proposte per quartetto di chitarre. Un appuntamento, dunque, per tutti gli amanti della chitarra classica e delle melodie che hanno trasformato il sud della penisola iberica in una fucina di talenti.