Yawp, diario di una passeggiata di notte
Che passeggiata di notte, con la tua assenza al mio fianco! Mi sta accanto il sentire che non vieni con me. Gli specchi, l’acqua mi credono solo; lo credono gli occhi. Sirene dei cieli ancora grondanti di stelle, tenere ragazze languide che scendono da automobili, mi chiamano. Non le sento. Ho ancora nelle orecchie la tua voce che diceva: “Non te ne andare”. E quelle ultime parole tue parlano ancora con me senza sosta, mi rispondono a ciò che ha chiesto la mia vita il primo giorno.
Ombre, fantasmi, sogni, amori d’altro tempo, mossi a pietà da me, mi vogliono seguire, mi prendono per mano. Ma all’improvviso avvertono che io stringo ardente, viva, tenera la forma di una mano palpitante nella mia. Quella che tu mi hai teso dicendomi: “Non te ne andare”.
Se ne vanno, mi lasciano i fantasmi, le ombre, attoniti vedendo che non rimango solo. E allora l’alta notte, l’oscurità, il freddo, anche loro ingannati, mi vengono a baciare. Non possono: un altro bacio s’insinua, sulle mie labbra.
Non si muove di lì, non se ne andrà. Il bacio che tu mi hai dato, guardandomi negli occhi mentre mi allontanavo, dicendo: “Non te ne andare”.
(Pedro Salinas, La voz a ti debida)