A Barcellona, sulle tracce di Lorca
Dal primo allestimento di Mariana Pineda, con la collaborazione di un certo Salvador Dali, alle lunghe sessioni di prova con la compagnia di Marguerita Xirgu, è forse il teatro il legame più intenso tra Federico Garcia Lorca e Barcellona. Ma la storia del poeta granadino si intreccia anche con qualsiasi istanza volta a difesa dei diritti degli omosessuali. Lorca fu tra i grandi perseguitati a causa del suo orientamento sessuale e pagò con la morte. Una vicenda che ha contribuito alla progettazione e alla realizzazione di un Homomonument, un movimento per ricordare le vittime delle persecuzioni feroci cui furono sottoposte le persone gay, lesbiche, i e transessuali, nella penisola iberica, nel corso della storia. Oltre 5mila sono stati i gay incarcerati in Spagna, a causa del loro orientamento sessuale, tra il 1939 e 1979.
Siamo andati sulle sue tracce e abbiamo trovato un centro culturale a lui intitolato, nell’area di via Julia. Uno spazio dove far circolare poesia, musica, baile o rappresentazioni estemporanee artistiche in generale. Lì abbiamo lasciato una copia del libro “New York Andalusia del Cemento – il viaggio di Federico Garcia Lorca dalla terra del flamenco alle strade del jazz” (Aurora edizioni). Col bassista Nino Maurizi e il batterista Piero Pozzi ci siamo anche concessi una piccola jam all’ostello Kabul (Backpapers), prima di tuffarci sulla Rambla.