L’Abruzzo di Fidel tra solidarietà, autobus e molti matrimoni
Scambi commerciali, ristrutturazioni finanziarie, percorsi culturali scanditi a ritmo di congas, ma anche aneddoti, curiosità e leggende metropolitane. Un filo sottile lega la comunità abruzzese a quella cubana che in queste ore dà l’addio a Fidel Castro. Iniziative imprenditoriali come quella di Berto Savina (leggi sopra), l’imprenditore marsicano che, dopo anni di rapporti commerciali è arrivato a intitolare ad Avezzano una squadra dell’isola – non rappresentano casi isolati. C’è una fetta di investitori abruzzesi che guarda con interesse all’accordo di ristrutturazione del debito siglato quest’estate tra la Sace, un gruppo assicurativo finanziario da tempo vicino alle Pmi della regione, la Simest (Società italiana per le imprese all’estero) e il governo cubano. Nell’ambito dell’accordo, Cuba si impegna a convertire 88,6 milioni di euro di debiti commerciali dovuti a Sace in un fondo in valuta locale, destinato a finanziare progetti di sviluppo in cui siano coinvolte imprese italiane o “joint-venture” italo-cubane. Un orientamento nel segno dell’apertura, quello del governo dell’isola che potrebbe favorire l’export di prodotti che hanno fatto la storia del “made in Abruzzo”, la cui distribuzione è ancora difficile. Ad esempio, la pasta De Cecco ha fatto solo delle apparizioni estemporanee in occasione della Fiera internazionale dell’Avana.
CUBANI IN ABRUZZO. Dati Istat alla mano, la presenza di cubani in Abruzzo (612 al 1° gennaio 2016 su 20.662 rilevati in tutta Italia) non è particolarmente significativa. La nostra regione è comunque protagonista di un fenomeno interessante, quello del “jineterismo” l’approccio al turista occidentale finalizzato a ottenere un matrimonio misto che in passato rappresentava uno dei pochi mezzi per andare lasciare l’isola. Soltanto in Abruzzo, ancora nel 2011 ci sono stati 170 matrimoni tra italiani e cubane e 5 tra italiane e cubani. Un fenomeno così tanto diffuso da essere oggetto di studio all’università di Chieti. A Santiago de Cuba esiste un’associazione di abruzzesi specializzata nell’assistenza nei matrimoni misti. «Attualmente», sottolinea Maurizio Acerbo, «espatriare non è più un problema, semmai le difficoltà subentrano quando c’è da ottenere un permesso di soggiorno per restare in Italia».
COOPERAZIONE. Circa un anno fa l’esponente di Rifondazione ha fatto parte della delegazione del Partito della Sinistra europea di cui fanno parte anche Syriza (Grecia), Linke (Germania), Front de Gauche (Francia) e altri partiti comunisti e della sinistra radicale, partita alla volta di Cuba, ospite del partito comunista locale. Scopo della visita è stato quello di fare il punto anche in relazione alla possibilità di incentivare la cooperazione internazionale. In Abruzzo, grazie a Domenico Toscano, si sono sviluppate delle sezioni dell’associazione Italia-Cuba, fondata per rilanciare un rapporto di amicizia tra le due comunità. «Mi auguro che la figura di Fidel Castro», sottolinea a tal proposito Acerbo, «fondamentale per lo sviluppo della democrazia nell’America latina, venga letta a livello internazionale sotto una lente diversa da quella degli Stati Uniti». Vari i progetti di solidarietà, dai container di aiuti alla fondazione Abruzzo-Cuba nata nel 2006 per lo sviluppo di progetti culturali, fino alla scelta dell’Arpa di far arrivare sull’isola, in collaborazione con la Cgil e l’associazione Socialcuba, alcuni vecchi autobus. Orgoglio per abruzzesi e cubani, infine, Francesco Federico Falco. Medico, uno degli eroi della Rivoluzione d’indipendenza cubana dalla Spagna. Falco è, infatti, nato a Penne (Pescara) il 12 aprile 1866. Combattente agli ordini del generale Antonio Maceo, fu nominato comandante dell’esercito liberatore cubano. Fu, inoltre, presidente in Italia del Comitato centrale per la Libertà di Cuba.