Errani all’Aquila, dobbiamo evitare lo spopolamento
L’obiettivo fondamentale del nostro lavoro è quello di fare in modo che con la ricostruzione s’interrompa il processo di spopolamento delle aree montane colpite dal sisma». Occhiali sottili su felpa scura. Un look sobrio, minimalista al punto da passare quasi inosservato tra gli stand del Festival della montagna, Vasco Errani arriva all’Aquila a pochi giorni dall’approvazione del decreto che fissa le regole sugli interventi nelle aree colpite dal terremoto del 24 agosto. «Il nuovo decreto», spiega Errani, commissario per la ricostruzione del terremoto dell’Italia centrale, «cerca di dare un impianto completo alle procedure. Abbiamo fatto uno sforzo importante per includere interventi di recupero dei danni subìti. Qui non si parla solo di strutture pubbliche, private e di beni culturali, ma anche di scelte fondamentali da mettere in campo a sostegno dell’economia dell’area, a partire dalla sopravvivenza delle imprese. Uno degli assi fondanti per la ricostruzione è l’economia, lo sviluppo economico».
LA SITUAZIONE IN ABRUZZO. Errani guarda negli occhi il sindaco Massimo Cialente e il vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli, nel tracciare una fotografia degli interventi posti in essere dal 6 aprile a oggi. «In Abruzzo è in atto una ricostruzione robusta e questa seconda fase, in particolare, va valutata con un segno positivo. Per quello che riguarda i territori di questa regione inclusi nel nuovo cratere verrà valutato caso per caso. Le procedure di ricostruzione già definite a seguito del sisma aquilano», spiega Errani, «verranno portate avanti con la vecchia normativa. Tuttavia, il decreto riconosce dei risarcimenti per tutto quello che attiene ai danni relativi al 24 agosto». Non verrà fatta invece differenza dal punto di vista delle agevolazioni fiscali che spettano a tutti quei cittadini che rientrano nei parametri individuati dal decreto. Difficilmente si potrà modificare il perimetro del cratere per includere altri Comuni, così come auspicherebbe, ad esempio, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi che di recente ha quantificato i danni all’interno del suo capoluogo come superiori a 9 milioni. «Ho già parlato con il primo cittadino di Teramo», sottolinea il commissario, «con il quale, peraltro, ho un ottimo rapporto. Nel definire i confini del cratere abbiamo usato un criterio per certi versi di macrosismica prediligendo non la quantificazione economica in assoluto, ma la quantità dei danni in rapporto al territorio».
IL CONCORSONE. Ma c’è un’altra questione che tiene banco, ed è quella relativa alla costituzione dei nuovi uffici della ricostruzione. «Non ci sarà un nuovo concorso», assicura il commissario Errani. «Il decreto ci consente di fare assunzioni a tempo determinato e rispetto a questo valuteremo le competenze di cui possiamo disporre», ha spiegato ancora, aprendo alla possibilità che vengano utilizzati gli idonei del concorso Ripam, il cosiddetto “concorsone” svolto nel 2010 per la ricostruzione del capoluogo abruzzese, che chiedono di essere assunti nelle strutture della nuova ricostruzione. Sulle sinergie da intraprendere con i due uffici speciali per la ricostruzione aquilana (Usra) e degli altri territori (Usrc), il commissario ha spiegato che «cercheremo di valorizzare tutte le competenze e le esperienze maturate nel costituire le strutture che dovranno occuparsi della ricostruzione»