Quelle gigantografie che colorano L’Aquila ferita
Da oltre un anno, ci siamo abituati a queste strane gigantografie che spuntano da recinzioni, impalcature e ponteggi dei cantieri del centro. Un’esposizione temporanea in continuo movimento, le cui location appaiono e scompaiono seguendo i ritmi e l’evoluzione della ricostruzione post sisma. Ora, grazie a una speciale applicazione (App) sui telefonini sarà possibile orientarsi tra le opere. Queste installazioni sono il frutto di un importante progetto di arte pubblica ispirato e sostenuto da ArtBridge, organizzazione no-profit di arte pubblica con sede a New York, che utilizza le impalcature, le recinzioni e i ponteggi presenti nel tessuto urbano come tele bianche su cui esporre gigantografie di opere di artisti emergenti.
Le opere inaugurano l’inizio dei lavori del cantiere che le ospita e sono visibili fino a conclusione del restauro dell’edificio, accompagnando simbolicamente la rinascita della città. Il progetto nasce grazie all’incontro tra il fondatore di ArtBridge, Rodney Durso, la curatrice Veronica Santi e un gruppo di cittadini aquilani. L’interesse delle istituzioni presenti sul territorio, tra cui il Comune, gli Uffici per la ricostruzione, l’Università, il Gran Sasso Science Institute e l’Ance L’Aquila, ha reso possibile la nascita di “Off Site Art”, primo progetto di ArtBridge realizzato fuori dagli Stati Uniti per un’area colpita da un disastro naturale. Dalle opere degli artisti è stato realizzato un catalogo, pubblicato da Uao edizioni. Il volume è stato presentato ieri al Public Enemy, in centro dalle fondatrici di Off Site Art, Veronica Santi (curatrice dell’installazione e del catalogo), Antinisca Di Marco (ricercatrice al Dipartimento di ingegneria e scienze dell’informazione e matematica dell’ateneo aquilano), Claudia Pajewski (fotografa). Presenti anche gli artisti Marian Fahimi, Pietro Del Bianco, Federica Di Carlo, Iacopo Pasqui, Iolanda Di Bonaventura, Piotr Hanzelewizc, Danilo Susi, Antonella Finucci, tutti protagonisti delle opere esposte, mentre Gianfranco Giorgi e Doriana Legge sono intervenuti per conto della Uao.
Arte in Costruzione – è questo il titolo del catalogo – è un viaggio di 72 pagine a colori tra le strade del centro storico in ricostruzione, alla scoperta del progetto. «Tutto questo lavoro», spiega Claudia Pajewski, «è per noi una dichiarazione d’amore all’Aquila. L’idea di base è mutuata dal progetto originale ambientato a New York, una città il cui assetto urbano è in continua evoluzione, analogamente a quanto avviene qui, per ragioni naturalmente diverse. Il percorso delle opere si sposta coi cantieri, ma l’obiettivo è quello di creare un’installazione che costituisca un attrattiva per tutto il centro storico. Vogliamo che questa parte della città sia vissuta ora, perché abbiamo nostalgia della magia che si creava nelle notti aquilane prima del 6 aprile». Pubblicato in inglese e in italiano, il catalogo si apre con una prefazione a cura di Fabrizio Barca e un’introduzione di Stephen Pierson, executive director di ArtBridge, «Un esperimento di arte pubblica», scrive Barca, «una rete che mantenga (riporti) l’attenzione internazionale sulla ricostruzione del centro storico dell’Aquila, una fonte di idee innovative. Tutto questo mi è apparsa “Off Site Art – ArtBridge per L’Aquila” quando l’ho scoperta».