Dall’Etiopia all’Aquila…. come corre Adugna
Quanto è difficile togliere il fango dalle runners dopo una gara sulla lunga distanza. Con le scarpe segnate dai sassi incontrati lungo il percorso. E di sassi lungo il percorso, Biniyam Senibeta Adugna ne ha incontrati parecchi, ancora prima di vestire canotta e pantaloncini e fare incetta di premi e trofei in tante gare podistiche. La sua storia varca i confini di due Paesi, sfidando diffidenza e pregiudizi. Biniyam – Biniy per tutti – viene da Kobo, una cittadina di 36mila persone del nord dell’Etiopia e fino a qualche anno fa non si sognava neanche di correre una gara sulla lunga distanza. Forte lo è sempre stato, ma a differenza dei suoi più celebrati connazionali, che si affidano a manager europei o a università americane dopo essersi messi in mostra nel proprio paese, ha scoperto le sue qualità di atleta solo dopo essere sbarcato in Abruzzo.
Biniyam, che ha 27 anni, oggi vive all’Aquila; è arrivato dalle nostre parti perché ha incrociato la sua strada con Valeria Vallocchia, 35 anni, chinesiterapista da tempo impegnata con progetti di solidarietà in Etiopia. Più o meno tre anni fa, i due si sono conosciuti a Kobo dove la ragazza era impegnata in un’iniziativa umanitaria. Qualche mese separati, giusto il tempo di capire che insieme non si poteva stare, e Valeria è tornata per sposarsi. Insieme hanno deciso di sfidare la tradizione e organizzare le nozze a Kobo. «Siamo entrambi cattolici», raccontano, «e quindi abbiamo scelto una chiesa del posto dove unirci nel rito che tutti conosciamo».
Una festa per la piccola comunità e per la famiglia di Biniyam che ha due fratelli e tre sorelle. L’intenzione, una volta sposati, era quella di andare all’Aquila, in un appartamento alle porte del capoluogo. Dopo una breve sosta, Valeria ha ripreso la sua attività, mentre Biniyam ha cercato un lavoro.
Le cose da principio non erano facili, ma solo il fatto di essere sposato con una donna italiana lo ha aiutato nel conseguimento del permesso di soggiorno e nell’avvio dell’iter per i riconoscimento della doppia cittadinanza. Il giovane ama il calcio ed è da lì che ha iniziato a fare sport a livello agonistico. Doti atletiche indiscutibili, spalle solide, forza e rapidità. Il problema semmai era l’intesa coi compagni di squadra. Parliamo di una rappresentativa dilettanti con sede a Pizzoli. Quando l’italiano non lo mastichi più di tanto e l’inglese dei compagni di squadra non va oltre “au du iu du”, è difficile anche capirsi sul 4-3-3. «Gli allenamenti non erano poi così entusiasmanti», ricorda Valeria, «la squadra passava molto tempo nello spogliatoio a parlare di tattica e Biniy si ritrovava a correre da solo a bordo campo. E correva, correva…».
Qualcuno in società si è preso la briga di dare un consiglio al ragazzo: «Senti, se ti piace correre così tanto perché non provi con l’atletica? Magari con l’aiuto di qualche tecnico riesci a trovare una specialità che fa per te». Consiglio accettato. Nel giro di qualche settimana Biniyam si è ritrovato con la casacca dell’Atletica L’Aquila. Certo, la società del capoluogo è più orientata per ragazzi e juniores. Di qui il passaggio all’Atletica Abruzzo in un percorso che gli ha regalato delle prestazioni di rilievo sulle varie distanze, dai 15’16”61 registrati a Chieti sui 5.000 metri, fino ai 33’02”00 fatti rilevare a Giulianova sulla distanza doppia. Tempi importanti anche sui 3.000 (9’02”53) e sui 1.500 (4’15”14).
Poi è arrivata la casacca con l’Atletica Bruni Vomano, la società di Morro d’Oro. E quella appena trascorsa è stata un’estate memorabile, con una ventina di trofei conquistati nelle gare podistiche in Abruzzo. A guidare Binyiam prima, durante e dopo la gara è proprio la signora Adugna. «Grazie anche alla chinesiterapia ho maturato un’esperienza di anni nello sport, affinando le tecniche acquisite studiando Scienze motorie», sottolinea la giovane donna. «Così seguo gli allenamenti di mio marito e lo aiuto a studiare le strategie di gara oltre a portare avanti un programma di potenziamento atletico e fisico personalizzato».
Binyiam oggi è un atleta italiano a tutti gli effetti. Il riconoscimento è arrivato da poco. «Per l’Atletica Vomano», commenta il dirigente Gabriele Di Giuseppe, «il riconoscimento di atleta italiano rappresenta un’altra scommessa vinta, siamo contenti che la sua storia si esempio di integrazione all’interno dello sport, cosa che raramente succede».
Quest’anno è nato anche un vero e proprio fan club a sostegno dell’atleta, un modo come un altro anche per lanciare azioni di solidarietà e progetti umanitari legati alle sue performance agonistiche che spesso si concludono con i suoi capelli crespi che spuntano al traguardo prima di tutti. E da un po’ di tempo, ad aspettare al traguardo c’è anche Luna, la piccola di casa che mamma Valeria e papà Binyi riempiono di coccole.