Dieci ore di sfilata per dire che "L'Aquila ce la farà"
Dieci ore è durata la grande sfilata degli alpini a L’Aquila. Lungo tutti i due chilometri e mezzo del percorso gli aquilani hanno risposto con tanti applausi e grande affetto verso le penne nere, in particolare per i volontari della Protezione Civile Ana che ha portato uno striscione con la scritta: “6 aprile 2009 – maggio 2015, siamo ancora tutti qui…”. Erano giunti in più di 8mila nei mesi successivi al terremoto e sono tornati per portare alla popolazione l’affetto e il calore tipico degli alpini. Con loro le penne nere giunte a L’Aquila da tutt’Italia e dai cinque continenti in cui sono presenti le Sezioni Ana. E i cittadini di L’Aquila li hanno accolti con tanti “Viva gli alpini!” e tanti “Grazie!” e le penne nere hanno ricambiato alzando a gran voce “Viva L’Aquila!”.
La sfilata è stata aperta dagli alpini in armi del 9° reggimento e dagli ufficiali delle Truppe Alpine. Quindi sono stati resi gli onori al Labaro dell’Ana che si fregia di 216 medaglie d’oro. I più applauditi sono stati i reduci che hanno sfilato sui mezzi d’epoca. Dal palco delle autorità hanno applaudito gli alpini il presidente dell’Ana Sebastiano Favero, il sindaco Massimo Cialente, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il Capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Claudio Graziano e dell’Esercito, gen. Danilo Errico e il comandante delle Truppe Alpine gen. Federico Bonato.
Il fiume di penne nere ha continuato a scorrere fino a tarda sera quando un applauso più fragoroso è stato tributato agli alpini abruzzesi che hanno portato in sfilata uno striscione di 99 metri, a simboleggiare le 99 chiese della città. Sopra di esso la scritta “Jemm’nanz” (andiamo avanti), un auspicio per ricostruire la città e ricreare il calore di una comunità, ferita ma non doma.