Vasto, sette capodogli spiaggiati a Punta Penna
VASTO. Sette cetacei spiaggiati a Punta Penna nell’area di Vasto. Due di loro, purtroppo, sono già morti sin da subito, mentre altri due non ce l’hanno fatta nonostante l’impegno dei soccorritori. L’incredibile scoperta questa mattina da alcuni surfisti che hanno immediatamente chiamato i soccorsi, attraverso la vicina Capitaneria di Porto. E’ stata allertata, tra gli altri, la protezione civile oltre al Centro recupero cetacei di Padova. L’area è transennata e, volontari e specialisti stanno facendo tutto il possibile per salvare e trainare al largo i cinque cetacei superstiti. L’intervento non si presenta semplice. Sul posto sono giunti anche i veterinari della Asl provinciale di Chieti e il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna.
Secondo alcuni professionisti intervenuti si tratterebbe di capodogli la cui presenza, in questi giorni era stata segnalata al largo delle coste adriatiche, seppure vicino alle isole della Croazia (nei giorni scorsi sono stati avvistati prima a Sebenico e poche ore dopo nei pressi dell’Isola di Vis). «Stiamo facendo il possibile per salvarli, ma come potete comprendere non è un’operazione semplice. Abbiamo delineato l’area con un cordone di sicurezza, perchè i cetacei devono essere mantenuti calmi senza subire ulteriori stress». Lo ha dichiarato il comandante della Capitaneria di Porto di Vasto, Tenente di Vascello Giuliano D’Urso. I veterinari della Asl provinciale di Chieti stanno coordinando l’intervento con gli uomini della Capitaneria del porto. A Vasto anche il presidente del Centro Studi Cetacei onlus d’Abruzzo Vincenzo Olivieri.
Allertati anche il Centro nazionale emergenza cetacei di Padova e il Comando generale delle Capitanerie di Porto, sezione Ambiente Marino presso il Ministero dell’Ambiente. Nel frattempo, da San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), è in arrivo il gruppo sommozzatori della Guardia Costiera.
QUATTRO ESEMPLARI MORTI. Già quattro dei sette capodogli arenatisi questa mattina sulla spiaggia di Vasto, nella riserva di Punta Penna, non ce l’hanno fatta. Oltre ai due già accertati da subito, se ne sono aggiunti altri due. Si sta cercando con ogni mezzo a mantenere in vita i restanti tre. A darne notizia è Vincenzo Olivieri, presidente nazionale del Centro studi cetacei onlus, sul posto insieme a volontari dell’ associazione. I cetacei hanno una lunghezza tra gli 11 e i 12 metri dal peso di circa 11 tonnellate ciascuno. Due, invece, gli esemplari portati a largo.
TRE ESEMPLARE RIPRENDONO IL LARGO. Hanno ripreso a largo tre capodogli, letteralmente trasportati a mano dagli oltre 100 volontari accorsi sulla spiaggia di Punta Penna.
UN DISASTRO AMBIENTALE. «Si tratta di uno dei disastri ambientali più pesanti di questa regione». Sono le parole del sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, dopo lo spiaggiamento a Punta Penna di sette capodogli. «Abbiamo attivato tutte le procedure ed è stata predisposta presso il nostro municipio un’unità di crisi per seguire l’evolversi della situazione». Sul posto anche il governatore Luciano D’Alfonso. «È triste vedere che sette meraviglie marine si siano arenate davanti ad una delle spiagge più belle d’Italia – ha dicahiarato il governatore -. quella della Riserva naturale di Punta Aderci.Stiamo allestendo il nostro coinvolgimento per una unità di competenze dedicate sia a gestire l’emergenza sia a capire le motivazioni e le concause dell’accaduto. Intanto voglio ringraziare dal profondo del cuore la Guardia Costiera e i volontari che si stanno prodigando per salvare i cetacei spiaggiati». Per il governatore, la prima domanda da porsi è come sia potuto accadere che sette capodogli finissero sulla spiaggia della riserva di Punta Aderci. «C’è stato un livello di disturbo all’equilibrio e all’armonia del creato. Che ci deve far riflettere su ciò che si realizza e si combina nelle vicinanze o al largo del nostro mare. Continuo sempre più a pensare che ci dobbiamo costituire per difendere questo giacimento naturale voluto da Dio che costituisce il più grande parco naturale di cui disponiamo».
D’Alfonso è rimasto soddisfatto dalla straordinaria capacità di reazione da parte degli uomini della Capitaneria di Porto e della Protezione civile ma soprattutto «dall’accorrere da una serie di bravure che provengono dalle filiere del libero mercato e del volontariato che hanno dato un contributo importante per gestire questo fatto di straordinaria gravità». Il presidente della Regione si dice convinto: «Dobbiamo ulteriormente rafforzare la capacità che abbiamo di respingere iniziative che producono disturbo e rumori alla vita a mare».
IL MINISTRO. Il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti è stato informato dello spiaggiamento dei sette capodogli a Punta Penna presso Vasto ed è in costante contatto con il Reparto Marino Ambientale della Guardia Costiera, che sta coordinando le operazioni per cercare di salvare i cetacei. Lo rende noto il dicastero.
Sul posto, spiega la nota, sono operative le unità della guardia costiera Pescara e Ortona, il nucleo subacqueo della guardia costiera di San Benedetto del Tronto, e i volontari protezione civile. Sono state inoltre allertate la «Banca Tessuti per Mammiferi», diretta dal professor Cozzi dell’Università di Padova, la direzione generale per la sanità animale del Ministero della Salute e gli «Istituti Zooprofilattici Sperimentali», coordinati dalla dottoressa Casalone.
«RIVEDERE LE PIATTAFORME». «È necessario fare tutto quanto è nel potere delle istituzioni per cercare di salvare i capodogli che ancora stanno resistendo, dopo lo spiaggiamento a Punta Penna, in Abruzzo. So che il sindaco di Vasto, la Regione e il ministro dell’Ambiente Galletti stanno seguendo la vicenda, che ci auguriamo si concluda con un salvataggio. Ma in ogni caso 4 capodogli sono morti e questo spiaggiamento non può essere casuale. Per questo chiedo al ministro dell’Ambiente Galletti di venire in Senato e anche alle istituzioni locali un supplemento di riflessione sulle politiche di trivellazione in Adriatico». Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. «Il senato ha approvato nei mesi scorso una mozione chiedendo una moratoria per le trivellazioni in Adriatico – prosegue Pezzopane – È chiaro che il nostro mare e le nostre coste sono ecosistemi precari, che vanno tutelati il più possibile ed è quindi evidente che la presenza di piattaforme petrolifere è da ridiscutere. Per questo chiedo al ministro Galletti un confronto nelle sedi opportune, in Senato».
di Paola Calvano e Fabio Iuliano – fonte il Centro
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