L'Aquila, Aielli: la vera sfida è l'asse centrale
Le mappe del centro storico assomigliano sempre più al tabellone del Monopoly, con i colori che variano per il indicare lo stato di avanzamento dei lavori nei cantieri. Paolo Aielli, 55 anni, capo dell’Ufficio speciale della ricostruzione nel capoluogo, indica il numero crescente di aggregati in verde: quelli che hanno completato l’iter scandito dalla scheda parametrica e sono pronti a riaprire. E il verde, dopo anni di abbandono, inizia a farsi strada anche nell’asse centrale – la porzione di città che si estende lungo corso Vittorio Emanuele e dalla Fontana luminosa alla Villa – in un momento in cui gli addetti ai lavori hanno indicato un percorso di priorità di intervento.
LE PRIORITÀ. Le prime aree su cui verrà concentrata l’attenzione sono quelle circostanti alla Villa, alla Fontana Luminosa e a piazza Duomo. Un percorso sincronizzato con i sottoservizi, per garantire le utenze alle persone che rientrano e agli uffici che tornano attivi. «La situazione è delicata», spiega Aielli, «e il nostro ufficio deve smaltire migliaia di pratiche potendo contare su una settantina di persone, ma finalmente possiamo far leva su una visione progettuale, condivisa dalle varie forze in campo e controllabile».
LA VISIONE. In altre parole, la ricostruzione è in ritardo, ma ora c’è finalmente una visione più generale che va al di là della contingenza del momento, tra espropri, macerie e puntellamenti. I fondi per gli espropri sono inclusi in un capitolo all’interno delle spese per l’emergenza della delibera Cipe 135 del dicembre 2012. Nell’ambito delle voci dedicate all’assistenza alla popolazione sono indicati circa 80 milioni per gli espropri. «È un problema da risolvere in fretta», sottolinea Aielli, «anche perché, fino a quando l’esproprio non è perfezionato bisogna pagare le indennità di occupazione». Si parla di una cifra ancora alta: un tassametro da un milione al mese (circa 10 milioni l’anno) legato a tutte le pratiche di esproprio ancora in itinere. «Per questo contiamo di chiudere con queste pratiche il più presto possibile».
RISORSE. Aielli parla dell’importanza di una governance stabile, così come della necessità di elaborare un progetto controllabile «dai cittadini, alla pari del ministero del Tesoro che ci ha dato la possibilità di impegnare e utilizzare i fondi stanziati per il 2015 e per il 2016, un fatto che in Italia non succede molto di frequente». Le risorse attualmente disponibili consentono interventi almeno fino al mese di giugno. Di fatto, ogni mese, l’ufficio produce istruttorie per circa 100 miloni di euro. Si ma poi? «La nostra speranza», spiega Aielli, «si fonda sulla possibilità di contare su fondi aggiuntivi che devono essere sbloccati dalla presidenza del Consiglio. Si parla di risorse per 5-600mila euro. La priorità è quella di andare avanti con la ricostruzione privata, specie nel centro storico dove sono al lavoro circa 300 cantieri. «Abbiamo finalmente quello che si può definire un happy problem», sottolinea, «siamo cioè felici di veder tanti cantieri contemporaneamente attivi che bisogna pensare a strategie che consentano a tutti di lavorare».
I COSTI. Gli articoli del Sole 24 Ore, pubblicati a ridosso dello scandalo delle tangenti post-sisma, che ha visto il sindaco Cialente dare e ritirare le dimissioni, avevano tirato in ballo delle valutazioni in merito a costi eccessivi della ricostruzione. «Eppure», rileva Aielli, «grazie all’introduzione della parametrica siamo riusciti ad abbattere i costi della ricostruzione. Quando ci viene presentato un progetto, le nuove valutazioni ci permettono di ridurre le spese dal 3 al 45%. Per quanto concerne l’asse centrale, con il vecchio sistema della filiera (Cineas, Reluis e Fintecna), la previsione di spesa era di 1,3 miliardi di euro, così come indicato sul Piano di ricostruzione. Con l’adozione del nuovo metodo la nuova previsione di spesa di 812 milioni, circa mezzo miliardo in meno.
ALTRI CINQUE ANNI. «Con la nostra tabella di marcia e potendo contare su fondi certi», afferma Aielli, «porteremo a termine la ricostruzione dell’asse centrale per il 2017, così che entro cinque anni staremo a buon punto».