22 Febbraio 2014 Condividi

Sei Nazioni, la magia del terzo tempo all'Olimpico

ImmagineGrande festa all’esterno dello stadio Olimpico di Roma, a prescindere il risultato fra Italia e Scozia valevole per il terzo turno del Sei nazioni di rugby. I tifosi fraternizzano, mangiano e bevono insieme, bande musicali più o meno improvvisate allietano il prepartita e il terzo tempo. Anche per le vie del centro di Roma già ieri e nelle prime ore del mattino si notavano tifosi con il kilt. Sono circa 6.000 i tifosi scozzesi che hanno acquistato i biglietti. Staccati oltre 70mila tagliandi. GUARDA IL VIDEO

Il drop all’ultimo minuto ha gelato un po’ gli animi, ma il Torneo Sei Nazioni è una festa a prescindere dal risultato (20-21 per la Scozia).

Una kermesse di suoni e colori anche per i tanti appassionati di rugby abruzzesi che anche stavolta hanno affollato il parterre davanti allo stadio Olimpico di Roma. Un villaggio globale i cui ritmi sono scanditi dai ritmi jazz della «Fantomatik Orchestra», dalle birre Peroni e dalle note del palco centrale.

È qui che incontri Fabrizio Dell’Isola e la sua comitiva della Piana di Navellli. Sono arrivati a Roma con un pulmino, in un viaggio organizzato dall’Asd Poggio Barisciano che vede proprio Fabrizio tra i componenti dello staff tecnico. In pratica funziona così: che tu sia una società di calcio o di rugby non importa. Basta fare richiesta alla Federazione Italiana Rugby per assistere a un match della Nazionale ed è fatta. Da parte loro c’è tutto l’interesse a divulgare gli usi e costumi della palla ovale.

Neanche il tempo di fare quattro passi, tra lo stadio e viale delle Olimpiadi, che incontri una folta comitiva di Paganica. Ecco, loro sono organizzati bene, con bottiglie di birra, salamella e cicolana. «Non ci facciamo mancare niente», commenta Edoardo Xanto, «siamo pronti a tutto, siamo pronti a qualsiasi trasferta, sia che si parli di sport sia che si parli di musica».

Pensi di aver visto tutto e ti imbatti in Tommaso Cantalini e la sua comitiva di sostenitori arrivati dall’Aquila. E, qualche metro più avanti, in Giorgio Alessandri e la sua tenuta originalissima: sopra una maglia azzurra impeccabile, sotto un kilt scozzese, con tanto di borraccino per il whisky. La sua scelta sintetizza lo spirito di amicizia del rugby, tra passione e tradizione. A prescindere dal risultato.

Fonte: Dossier Sei Nazioni