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“Le donne capiscono subito se hai l’amante”
Il tuo partner riceve strane chiamate o sms frequenti? Ti capita di sorprenderlo (o sorprenderla, si intende) a dover giustificare uscite improvvise, oppure con capi di abbigliamento che hanno un profumo diverso da quello abituale?
Attenzione, potresti aver bisogno di toglierti dei dubbi su un’eventuale infedeltà ricorrendo a un investigatore privato. Sono tanti e sono in mezzo a noi, come una sorta di “Grande fratello itinerante”. Investigatori che lavorano in proprio o dipendenti di agenzie specializzate, pronti a passare al setaccio ogni dettaglio per capire se i vincoli matrimoniali sono rispettati.
In una città come L’Aquila – alle prese con i guai della ricostruzione – quest’attività può passare in secondo piano. Eppure, anche se la clientela ha subìto un calo fisiologico dal 2009, l’agenzia Niros, che ha base nel capoluogo, continua a lavorare ogni anno su decine e decine di episodi di tradimento. «Almeno il 70% dei casi sui quali noi indaghiamo riguarda la fedeltà matrimoniale, in gran parte di questi, i clienti sono di sesso femminile», spiega un giovane detective dell’agenzia che, per ragioni di opportunità, preferisce restare anonimo. «Per il resto, ci occupiamo di spionaggio aziendale con vicende da trattare anche all’estero. Non capita di rado che ci venga richiesta una consulenza al di fuori dei confini nazionali, magari con gente che è di base all’Aquila o in Abruzzo, ma che ha bisogno di trattare una questione a distanza».
C’è da dire che in caso di separazione, “sgamare” un partner vuol dire avere la possibilità di addebitargli le spese anche se l’adulterio è stato solo apparente, senza consumazione del rapporto sessuale. È quanto afferma la Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 17195/2012, ribadisce che è legittimo addebitare la separazione al marito “adultero apparente” che frequenta assiduamente un’amica, visto che tale condotta mette a repentaglio il rapporto della coppia. Naturalmente, il pronunciamento riguarda anche i casi di tradimento femminile. «Proprio per questo motivo», conferma l’investigatore, «la stragrande maggioranza dei casi che ci vengono proposti attiene alla sfera matrimoniale».
Il discorso è piuttosto semplice, una volta entrati in contatto con l’agenzia, scattano le indagini volte non solo a raccogliere le prove video-fotografiche, quanto ad elaborare una relazione finale scritta, da produrre in udienza. «Per questo è importante affidarsi a un’agenzia autorizzata dalla Prefettura», sottolinea, «la relazione ha valore di testimonianza in sede dibattimentale. Si tratta di un vero e proprio resoconto dettagliato sulle abitudini quotidiane del soggetto interessato, volendo anche ora per ora dalla mattina alla sera». Sì, ma come si ottengono i risultati? «Bisogna procedere per step», valuta l’investigatore, «intanto, facciamo domande piuttosto dettagliate sulle abitudini del partner sul quale indagare. Le donne, solitamente, capiscono molto meglio degli uomini quando vengono tradite, questo principalmente perché – anche se non è sempre così – i loro partner tendono a cambiare abitudini repentinamente quando hanno un’amante».
In realtà, gli indicatori di infedeltà sono molti, dalla diminuzione dell’interesse sessuale al tipo di uso che si fa del cellulare. «Una persona che tradisce», incalza l’investigatore, «tende a cambiare stanza per parlare al telefono o a usare due o tre cellulari insieme». Quando scattano questi primi segnali, si chiede di far caso ai movimenti del conto in banca, o ai valori del contachilometri talvolta piuttosto elevati anche quando l’altro dice di andare a far commissioni di breve distanza. «Certo, qui all’Aquila è tutto più difficile: la nuova geografia urbana ha costretto tutti noi a fare una vita piuttosto diversa da quella di prima».
E poi c’è il capitolo dei social network, una volta si usavano di più Messenger, C6, Yahoo, Camfrog. Oggi la partita si gioca principalmente su Facebook e Netlog. «I social network sono la rovina delle famiglie», rimarca l’investigatore. Così le indagini si concentrano sia sul pedinamento, sia sullo “smanettamento”. Il tutto però nel pieno rispetto della privacy: niente microspie, niente indagini in ambienti privati, niente intercettazioni ambientali.
Le tariffe? Dai 35 ai 50 euro l’ora, secondo una media nazionale. «Ci tengo a dire», conclude il giovane, «che non siamo noi investigatori privati a sfasciare le famiglie: quando qualcuno pensa di ricorrere a noi, le famiglie sono già belle che sfasciate».
di Fabio Iuliano – articolo uscito anche sul Centro