Università: un’avventura da 20mila posti
di Fabio Iuliano
L’AQUILA. Tira in ballo Cassandra, la profetessa inascoltata della mitologia greca per ribadire che la temuta fuga dall’ateneo aquilano non c’è stata. Allo stato attuale, il magnifico rettore Ferdinando di Orio può infatti annunciare quasi 20mila iscritti nel primo anno dopo il sisma. Sono 19.627, per l’esattezza, gli iscritti registrati dalle segreterie al 15 gennaio, appena settemila in meno rispetto ai 27mila dell’anno precedente. Addirittura entro maggio potrebbero diventare quasi 23mila, una volta conclusa la valutazione di pratiche relative a trasferimenti e specializzazioni. Un «record», quindi, alla luce delle dichiarazioni rilasciate in questi mesi dal rettore di Orio , al quale moltissimi avevano pronosticato una brusca caduta di iscritti e un possibile oblio di quella che rappresenta forse il maggior settore di reddito del capoluogo. È vero che c’è stata una diminuzione del 22% delle immatricolazioni «ma», commenta il rettore, «si tratta comunque di un dato confortante, visto che si vive ancora in emergenza post-sisma». Significa, anche, la scelta di migliaia di studenti di non cambiare ateneo e di voler tornare all’Aquila, dove per tre anni non si pagano le tasse di iscrizione: «Mio figlio», racconta un professionista di Pescara «era iscritto al primo anno ed ha voluto tornare. Fa il pendolare, ma prima o poi troverà una casa». Una scelta sposata da tanti altri. Lo conferma lo stesso rettore che, nella conferenza di presentazione dei dati nella sede della Governance all’ex Reiss Romoli, aggiunge: «Pochi credevano a una ripresa così immediata. Queste cifre testimoniano che gli studenti hanno comunque premiato la qualità della nostra didattica». Le segreterie registrano 903 iscritti a Biotecnologie, 1.507 a Economia, 4.510 a Ingegneria, 1.931 a Lettere e Filosofia, 3.078 a Medicina e Chirurgia, 2.105 a Psicologia, 2.054 a Scienze Matematiche, fisiche e naturali, 702 a Scienze Motorie e 2.837 a Scienze della Formazione che, addirittura, ha avuto più immatricolazioni del precedente anno accademico: 903 contro 779. Per ora c’è molto pendolarismo perché le residenze per gli studenti restano il problema principale; e vi sono anche difficoltà per le mense, la viabilità, i trasporti e le pensiline. Ma, nonostante questo, l’ateneo continua nella sua politica di mantenere a tutti i costi le sedi all’Aquila, non cedendo all’ospitalità offerta da altre città (Celano, Sulmona, Avezzano, Lanciano, Chieti e Pescara), per il timore che la situazione potesse poi diventare definitiva. «Abbiamo apprezzato la disponibilità», spiega Di Orio, «ma abbiamo sempre avuto ben chiaro l’obiettivo di riportare tutto in città per l’inizio del nuovo anno, e così è stato». Il momento più difficile? «L’assemblea pubblica a Pescara nelle prime settimane dell’emergenza: c’erano madri che mi scongiuravano di trasferire l’università perché temevano per i loro figli. Io ho ribadito che gli studenti sono sempre stati al centro del nostro progetto». Insieme al direttore amministrativo Filippo Del Vecchio e al Prorettore Roberto Volpe , il rettore non rinuncia ad un nuovo appello alla Regione in materia di diritto allo studio, partendo dalla tassa di 90 euro per cui non c’è mai stata esenzione. All’appello l’assessore regionale Paolo Gatti ha risposto che «in Abruzzo non esiste solo l’ateneo dell’Aquila, ma in tutta la regione ci sono altre decine di migliaia di studenti con i medesimi diritti», intervenendo anche a proposito sui fondi per il completamento della Casa dello studente di Teramo.