Pochi secondi
di Filippo Crudele
Esplode improvviso
il silenzio tranquillo di una notte.
La terra trema impazzita
e scuote le anime e case
come fossero frasche.
Pochi secondi per fuggire,
pochi secondi per vivere o morire.
Pochi secondi disperati
con la speranza di riabbracciare i cari.
Pochi secondi per leggere negli occhi
di un amico, di un padre e di una madre,
l’atroce dolore che li ha trafitti al cuore.
Pochi secondi per piangere e tacere.
Pochi secondi per guardarmi intorno,
e incredulo, rendermi conto,
quando mi sia cambiato il mondo.
Pochi secondi spietati
per sentirci smarriti, sfollati, “TERREMOTATI”
ed essere considerati dagli altri…gli “ALTRI”,
coloro che soffrono e vanno aiutati.
Pochi secondi sinceri e bugiardi,
per sentirci tutti uguali,
ma che, non cambieranno le classi sociali.
Pochi secondi impietosi, resi subito famosi
con fiumi di parole e riflettori,
che non vanno spenti e sepolti,
se vogliamo capire che non siamo onnipotenti,
ma soltanto pochi, piccoli secondi.
Pochi secondi prepotenti e presuntuosi,
che hanno osato sfidare secoli di storia,
ma proprio su di loro, rinascerà quella nuova
e indelebile della memoria.
Sei tu, mia cara L’Aquila, migliore di quell’ “araba”,
al Papa hai spalancato già la “Porta Santa”,
e su quella torre, novantanove volte,
già suona la campana.