15 Giugno 2008 Condividi

Un giro d’affari dietro le discariche abusive

di Fabio Iuliano

L’AQUILA. Svuotano locali, cantine, ma anche magazzini industriali, riciclando tutto quello che  si può riciclare per rivenderlo e abbandonando il resto dove capita. Un business che sembra essere alla base di numerose discariche abusive. Negli ultimi mesi l’Asm è intervenuta su decine di siti dove regolarmente vengono scaricati all’aria aperta rifiuti ingombranti e inquinanti.  Le strade di collegamento tra le frazioni e le periferie cittadine sono il bersaglio principale di assemblamenti di pneumatici, elettrodomestici, amianto ed eternit. Uno spettacolo che interessa praticamente tutte le circoscrizioni cittadine.

Negli ultimi mesi, l’Asm è intervenuta per bonificare ingenti depositi di amianto nella zona di Pagliare e Genzano di Sassa, a Bagno, nei pressi dello stretto di Aragno, in località Colle Gigli e a Bazzano. In città, l’Asm è intervenuta nella zona di Pile, in via della Crocetta, via Cisternola. Un’azione di bonifica, dai costi sostenuti, che ha permesso lo smaltimento di tutto il materiale abbandonato sulle strade.  Nei siti degli interventi sono stati trovati anche grandi frigoriferi e altre attrezzature dall’alto potenziale inquinante, specie quando il gas freon viene rilasciato all’aria aperta. Altre azioni di bonifica sono state portate a termine a Coppito, San Gregorio e sulla strada che da Aragno conduce a a Camarda, dove sono stati rilevati prevalentemente numerosi pneumatici.  Piuttosto consistente, inoltre, l’azione effettuata in località il Vasto lo scorso inverno. Sono ancora diversi i punti in attesa di bonifica, come ad esempio nella zona tra via Ettore Moschino e San Giacomo. «È una lotta impari», commenta il direttore dell’Asm Fausto Fracassi. «Ci sono alcune zone cittadine che sono continuamente oggetto di scarico. Nei pressi di Sant’Elia, ci troviamo a dismettere quintali di rifiuti che si accumulano ogni giorno. Questa compravendita di materiale da dismettere», ha aggiunto, «ci crea dei danni non indifferenti, in quanto queste imprese abusive cercano di sostituirsi al nostro servizio di ritiro rifiuti ingombranti per incassare i proventi dalla vendita delle materie prime nelle piattaforme ecologiche». Un’attività che può essere particolarmente redditizia, specie con l’aumento del prezzo di ferro, alluminio e rame. Proprio quest’impennata dei costi dei metalli ha provocato un aumento dei furti di rame negli ultimi mesi.  «L’azienda sostiene dei costi elevati nelle operazioni di bonifica», ha aggiunto Fracassi, «e spesso deve agire in fretta, per scongiurare informative della Forestale all’Unione Europea». È proprio a causa dell’alto numero di segnalazioni a Bruxelles che la città dell’Aquila è stata indicata come particolarmente a rischio discariche e depositi abusivi.

                                              (Il Centro)

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