Giornalismo e Web 2.0
La rivincita delle «grassroots»
Il giornalismo si riscrive dal basso. Le conquiste tecnologiche dell’era digitale hanno spinto i “professionisti” dell’informazione a rivedere il loro rapporto con i lettori. Mai come ora, il contributo degli utenti è stato determinante nella realizzazione di contenuti giornalistici, e questo a prescindere dalla natura dei diversi contenitori. Che si occupino di giornalismo on line, televisivo, o su carta stampata, i giornalisti del terzo millennio devono fare i conti con la logica del Web 2.0.
LINK: Intervista introduttiva sul Web 2.0
INDICE
«I wish I was a toilet paper manufacturer»
Il Web 2.0 e le notizie dal basso
Possibili scenari futuri
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«I wish I was a toilet paper manufacturer»
Che le cose stiano cambiando – e anche fin troppo alla svelta – nel panorama dei media è un dato di fatto. Le concrete difficoltà che l’Assostampa e l’ordine dei Giornalisti hanno nel negoziare il contratto nazionale di lavoro con l’associazione degli editori sono sicuramente sintomo di questo cambiamento.
Quello del rinnovo del contratto è un gioco di ruolo che va avanti ormai da anni e non solo per questioni sindacali. La loro è una partita in cui Internet potrebbe costituire il terreno fondamentale. Non è notizia di oggi che vari quotidiani e riviste abbiano lasciato, o annunciato di lasciare la carta stampata, per buttarsi nel mondo virtuale (costi zero di stampa, possibilità di risparmiare anche sugli stipendi dei giornalisti). Si tratta di una tendenza che difficilmente troverà inversione. Più si andrà avanti, meno lavoro avranno i tipografi nello stampare le notizie. Le tecnologie digitali stanno già prendendo una fetta importante dell’informazione. Dana Scott, un economista canadese ha scritto un saggio dal titolo «I wish I was a toilet paper manufacturer», ipotizzando – non senza ironia – l’unico possibile utilizzo della carta da qui a qualche anno.
Di recente, il giornale più antico del mondo, lo svedese Post-och Inrikes Tidningar, ha abbandonato le pubblicazioni su carta ed è disponibile solo on-line. Altre testate, come Daily Telegraph, La Tribune, e Washington Post hanno intrapreso la strada dell’integrazione tra edizione on-line e quotidiano, anche nell’organizzazione dei contenuti. Come è sintomo di transizione la nuova edizione del Wall Street Journal e delle testate italiane La Repubblica (con R2) e il Corriere della Sera, senza tralasciare il passaggio a tabloid del quotidiano il Tempo.
L’integrazione tra carta stampata e on line è una delle tendenze di fondo dei tempi. Spesso accade che l’informazione e le notizie in quanto tali vengono riportate su Internet, mentre l’approfondimento rimane sulla carta stampata. Lasciando da parte per il momento l’insostituibile sensazione tattile che un giornale o una rivista danno, la questione si pone non solo sul lato formale, bensì su quello sostanziale, in altre parole sul piano dei contenuti. La carta stampata e il giornalismo on line già si differenziano per i contenuti e per le modalità con cui questi vengono trattati. Opinioni, commenti, notizie hanno un’altra connotazione. Questo anche in relazione al contributo attivo che i singoli lettori possono dare al prodotto on line.
Le testate preferiscono riservare al web solo alcune notizie, rimodellandole magari secondo le impostazioni della pagina. Tutto il resto lo fanno gli spazi interattivi dove i lettori possono inserire i loro commenti e i loro contributi multimediali (foto, video, audio ecc.). Grazie a concorsi, del tipo vota la foto migliore Il sito del quotidiano il Centro è riuscito a triplicare i contatti, invitando i lettori a esprimere dei commenti sui loro stessi contenuti. Mai come ora – anche nella carta stampata – interventi, segnalazioni, commenti. All’Aquila, esiste un sito web, Ilcapoluogo.it, la cui redazione si occupa quasi esclusivamente di inserire contenuti provenienti da associazioni, politici, agenzie di stampa ma anche da lettori. Col tempo, però, questo sito è diventato una vera e propria piazza virtuale cittadina e, per forza di cose, un punto di riferimento per tutti gli altri media cittadini. Non è raro che il numero di comunicati stampa aumenti sensibilmente perché, nell’arco della stessa giornata, questa testata registra vari botta e risposta da parte di esponenti locali a proposito di questo o quell’argomento. I comunicati, naturalmente pervengono anche alle altre redazioni locali (tv e stampa e radio) che spesso devono decidere se riportare tutta “la querelle”, o limitarsi a dar spazio a un intervento alla volta.
Il futuro dell’informazione con le tecnologie Web 2.0 è legato alla natura stessa della fonte. In questo caso è fondamentale il concetto di credibilità. I giornali restano qualcosa di molto credibile, anche per il semplice fatto di essere concreti, tangibili. Se ci spostiamo on line, dove tutto può essere preso per vero, verosimile o notiziabile, la credibilità è tutta da dimostrare. Anche per questo è ancora troppo presto per paragonare il “potere” della carta stampata rispetto ai byte. L’impressione è che il web-journalism, che rappresenta il futuro dei media, stenti per il momento a decollare proprio per colpa della sua stessa evoluzione, troppo veloce e caotica. Come caotico è l’approccio dei giornalisti della carta stampata ad Internet. Un approccio che spesso si riduce nel semplice tentativo maldestro di adattare al Web i contenuti del giornale che esce in edicola. Internet è anche questo, ma molto molto altro.