Luci soffuse per Margaret Doll Rod
L’Aquila apre le porte a Margaret Doll Rod, la sacerdotessa del “garage glam”. Luci soffuse, atmosfere provocanti e arrangiamenti che spiazzano. Un mix tra sensualità e straniamento targato Usa, atteso domani alle 22 sul palco dell’Irish Cafè di Pianola. Una volta Margaret era la forza trainante dietro le Demolition Doll Rods, un leggendario trio il cui suono primordiale, primitivo – per non parlare della particolarità degli outfit – era conosciuto e apprezzato. Un revival garage-rock di influenza per numerosi gruppi tra cui i White Stripes, quelli del tormentone che ha accompagnato la cavalcata azzurra verso la Coppa del Mondo del 2006 a Berlino. Ricordate il “po-popo-po”?
Le Doll Rods sono state in tournée con i Cramps, Iggy Pop, Andre Williams e Blues Explosion di Jon Spencer e hanno contato tra i loro ammiratori leggende underground come Sky Saxon e Hasil Adkins. Ora, la sacerdotessa si presenta all’Aquila alla guida degli Heartthrob Chassis, gruppo rock garage glam di Detroit. La band porta in Europa “Arrhythmia”, disco lanciato a settembre su Milano Records.
In scena anche la particolarissima “Sister”, un’esplorazione auditiva nel grintoso minimalismo che fonde uno straordinario songwriting con un sottofondo blues e una sensazionale parete di feedback. In apertura di concerto, gli alfieri dello sci-fi garage romano Plutonium Baby.
«Un supergruppo», per dirla con le parole di Roberto Calabrò, «nato nel 2011 dalle ceneri di due tra le più originali band dell’ultimo decennio: Black Guitarra (voce, chitarra e synth) era la frontwoman delle Motorama, band tutta al femminile di garage-punk deviato e abrasivo; mentre Fil Sharp (synt, voce, chitarra) e Feith Da Grave (batteria) rappresentavano il nucleo creativo dei Cactus».
Una serata targata Novenove City Rockers, gruppo che ha già organizzato all’Aquila oltre 150 concerti continuando a pescare nei circuiti internazionale “dell’indie”. Sempre domani, al Pocoloco di Paganica, spazio Giocattoli live, per un appuntamento Alti Records.