Oceans, la lettura di Rosanna Pierleoni
Scrive Rosanna Pierleoni: ho ricevuto “Oceans” (in omaggio al brano dei Pearl Jam) di Fabio Iuliano, giornalista e insegnante, in occasione della presentazione del mio romanzo in cui lui suonava, in un reciproco scambio di scritti e in uno spirito di condivisione artistica.
Oceans è un racconto lungo in cui è possibile immergersi in poche intense ore, entrando in “una dimensione inedita in cui c’è posto solo per l’anima e per i suoi ventuno grammi”.
Si tratta di un viaggio psichedelico che prende le forme della realtà esterna – un ricordo parigino, una donna mai più rivista, tre viaggi in tre luoghi e in tre tempi diversi, Swansea, Roma, Lisbona, la memoria della propria città natia, L’Aquila – ma si sostanzia dei vissuti interni, di sogni, emozioni, momenti presenti, illusioni, speranze, malinconie, attese di un futuro nuovo tutto per sé.
Conduce il filo l’amore del protagonista per i viaggi, la scoperta, il mare, con tutto il suo portato simbolico di morte e di resurrezione, ma anche e soprattutto per la musica. Trama nella trama, vita nella vita.
E poi il tema del viaggio, la ricerca, la costruzione dell’identità, l’attesa di un segnale, di una svolta, il tentativo di tenere insieme i fili di una costruzione spesso incostante, fatta di singoli momenti, come accade nel mondo onirico, in cui ogni impulso è reale, e il reale è appena accennato. Una sorta di diario di bordo, qualcosa di intimo, a suo modo sacro.
“Quello che voglio dire è che per gli abitanti del cimitero Oystermouth la vita ha già fatto il suo corso. Siamo noi, nel nostro essere mutevole, nei nostri piccoli cambiamenti quotidiani ad avere, o almeno illuderci di avere, il flusso che scorre nelle vene. E questo ci crea ansia. L’ansia di non riuscire a mantenere le promesse che abbiamo fatto a noi stessi. Non abbiamo paura di morire, ma paura di vivere una vita che, in fondo, è solo il sogno di un drago”.