Ferito e bloccato a Gaza, appello per salvare un bambino
Un appello urgente al ministero degli Esteri volto a favorire l’uscita da Gaza del piccolo Adam Haytham Abed è stato inoltrato dall’avvocato della famiglia, Alba Ferretti. Adam è un bambino di un anno e mezzo e si trova intrappolato nella Striscia di Gaza insieme alla madre e ai fratellini.
Suo padre, Haytham, vive a Firenze con il figlio maggiore Mohammad, entrambi giunti in Italia a febbraio scorso grazie a un corridoio sanitario. Tuttavia, la famiglia è ora divisa e Adam è in condizioni critiche: nel luglio scorso, durante un bombardamento a Gaza, Adam è stato gravemente ferito alla testa. L’esplosione gli ha causato una frattura del cranio e un’emorragia cerebrale.
“Da allora – scrive la Ferretti – soffre di violente convulsioni, che non possono essere controllate con i farmaci disponibili negli ospedali locali. Una crisi particolarmente violenta di pochi giorni fa gli ha causato la lacerazione della lingua”. Adam, la madre e i fratellini hanno già ottenuto il nulla osta per il ricongiungimento familiare, rilasciato dalla Prefettura di Firenze.
Tuttavia, questo documento scadrà a metà novembre 2024, mettendo a rischio la possibilità che il bambino possa lasciare Gaza in tempo per ricevere le cure necessarie all’ospedale Meyer di Firenze.
A conferma della gravità della situazione, il ministero della Salute palestinese ha rilasciato un certificato medico che attesta l’impossibilità di curare Adam negli ospedali della Striscia di Gaza.
La situazione non riguarda solo Adam: altre famiglie palestinesi si trovano in una situazione simile. Madri e bambini attendono di poter lasciare la Striscia di Gaza e recarsi all’ambasciata italiana al Cairo per ottenere i visti necessari, come nel caso di Mohamed Naif Hassan Tuaima – altro caso seguito dall’avvocato Ferretti – che, insieme alle tre figlie è riuscito ricongiungersi alla moglie.
La risposta del Maeci
L’autorizzazione alla fuoriuscita dalla Striscia di Gaza compete esclusivamente alle autorità israeliane, le cui valutazioni sono insindacabili”.
L’Unità di crisi del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale ha risposto con queste parole all’appello dell’avvocato Alba Ferretti, volto al ricongiungimento in Italia di alcuni nuclei famigliari palestinesi, con riferimento in particolare al caso di Adam Haytham Abed, un bambino di un anno e mezzo che si trova intrappolato nella Striscia di Gaza insieme alla madre e ai fratellini.
Suo padre Haytham, che invece vive a Firenze con il figlio maggiore Mohammad hanno individuato l’ospedale pediatrico Meyer come struttura sanitaria in grado di accogliere il piccolo gravemente ferito dopo un bombardamento.
“Comprendiamo le esigenze di ricongiungimento di coloro che sono arrivati in Italia con i familiari ancora nella Striscia – scrive il Maeci in un’email indirizzata all’avvocato Ferretti, legale abruzzese di riferimento della famiglia – e ne prendiamo debita nota. Al momento i valichi di accesso ed uscita dalla Striscia, utilizzati negli scorsi mesi per facilitare le evacuazioni di minori palestinesi feriti e relativi accompagnatori, sono chiusi sine die in ragione delle operazioni militari in corso. Non ci sono pertanto le condizioni per avviare operazioni di soccorso in un’area che resta ad elevatissimo rischio”.
L’avvocato Ferretti, del foro di Bologna ma originaria di Teramo, non nasconde la sua preoccupazione. “Questa situazione – commenta – rischia di rivelarsi una condanna a morte per Adam, già in possesso del diritto soggettivo al ricongiungimento in virtù del nulla osta della Prefettura di Firenze e per molte tra le persone dei sei nuclei familiari che assisto, che vivono situazioni analoghe”.