Quando il restyling urbano ridisegna anche la movida. L’esempio di Piazza Chiarino
3 Settembre 2024 Condividi

Quando il restyling urbano ridisegna anche la movida. L’esempio di Piazza Chiarino

“È troppo tempo che non mi prendo sul serio e penso che… se è tutto sbagliato, la colpa è del vino… ci vediamo a Chiarino”. Qualche anno fa Lorenzo Di Pasquale (in arte Amelia) e Federico Vittorini, voce delle Lingue, avevano provato a raccontare quello che uno spazio come piazza Chiarino aveva rappresentato per una città come L’Aquila alla ricerca di nuovi punti di riferimento dopo il terremoto del 2009. Uno spazio che le nuove generazioni hanno conquistato centimetro per centimetro, definendo di volta in volta contenuti e motivazioni.

Una vocazione che, forse a differenza da quanto è avvenuto in altre piazze del centro del capoluogo abruzzese, il recente restyling ha intercettato. Gli interventi, inaugurati a inizio estate, hanno riguardato il rifacimento della pavimentazione, realizzata in pietra grigia, unitamente all’installazione di nuovi arredi urbani e impianto di illuminazione. Tecnici e funzionari comunali e della Soprintendenza hanno condiviso le scelte del nuovo assetto urbano, coerente con l’ipotesi progettuale iniziale, riguardo i nuovi lampioni e la pavimentazione, più scura (per fortuna, diciamo noi) rispetto a quella utilizzata in altri luoghi del cuore cittadino, anche in considerazione della presenza di autorimesse private dei residenti.

“L’idea che è stata la base della progettazione”, ragiona a Virtù Quotidiane Davide Petrella di Ingenio Progetti“è quella di rendere fruibile lo spazio non solo all’utenza giovane e dinamica, ma anche familiare ed eterogenea dove si incontrano famiglie e bambini che possano giocare e ragazzi a cavalcioni sulle panche a fare serata. Questa è stata la scelta dell’arredo urbano, una commistione di classico e moderno che rendesse l’area adatta ad un ampio uso. Panche che diventano tavoli per aperitivi o tavoli da gioco per bambini, fioriere di design e panchine serigrafate interattive e perché no ‘instagrammabili’ che costituissero l’identità del nuovo luogo e della rinascita di Piazza Chiarino”.

Le panchine sono state realizzate su progetto degli artisti Giancarlo Ciccozzi e Adele Battaglia. Ogni seduta è stata dotata di un Qr code che riporta al sito del progetto nazionale www.prenditiiltuotempo.it, che crea percorsi tra Comuni e aziende che hanno aderito all’idea di creare spazi per il benessere mentale.

La violista Flavia Massimo all’inaugurazione dello spazio

Secondo l’ingegner Petrella, che abita in zona, “il cambiamento ha reso sicuramente più giustizia anche alle attività presenti, un tavolino in una piazza risulta sicuramente più attrattivo di dover bere e mangiare tra le auto posteggiate. Proprio per questo anche io da residente del centro storico ho rivalutato la piazza recandomi spesso con moglie e figli a cenare o semplicemente fare un aperitivo mentre il bambino gioca in tranquillità con gli amici”.

Un’indicazione che ristoratori e commercianti sembrano confermare. “Qui è stato fatto un ottimo lavoro”, valuta Laura Rosati che lavora allo shop specializzato monomarca Bialetti di Novella Gualtieri. “La piazza è stata resa più fruibile e più adatta alle famiglie”.

Un arredo urbano che in qualche modo sembra anche da fare da deterrente a degrado e movida violenta. E pazienza se i lampioni art deco o le piante inserite (incluse quelle di plastica!) non rispecchiano lo stile originario della piazza.

Così appariva la piazza prima del sisma

“Adesso finalmente possiamo parlare di piazza”, fa notare Davide Stratta gestore insieme al fratello Daniele, dei locali Garibaldi e Punto G. “Questo spazio, prima del terremoto era più che altro un parcheggio. C’era pavimentazione sconnessa con tanto di sampietrini che, oltre ad essere inadatti per una città di montagna, erano destinati inevitabilmente ad essere divelti dal ghiaccio che attecchiva all’interno delle fughe tra un elemento ell’altro. Tenuto conto un solo sampietrino sconnesso creava un effetto domino devastante per gli quelli adiacenti, venivano rattoppati con colate di asfalto. Il resto del degrado lo facevano le auto”.

I fratelli lavorano in questa zona dal ’98, poi nel 2008 aprirono il ristorante Punto G. Dopo qualche anno di delocalizzazione a Coppito, in attesa dei lavori post-sisma, i due sono tornati a lavorare sulla piazza a pieno regime.

“Abbiamo investito molto nel decoro di questo spazio”, aggiunge Stratta, “che ora, grazie al restyling acquista una dignità importante”.

di Fabio Iuliano – fonte: Virtù Quotidiane

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